Due soldati vigilavano l'ingresso dell'albergo. Mi accorsi che erano quasi le 18 e il mio treno, l'espresso Berlino-Viareggio-Atene, sarebbe partito di lì a poco. Ero alloggiato in un albergo scalcinato, con porte basse e strette dalle quali era difficile passare. Davanti alla porta di camera mia un ragazzino si stava lavando i denti mangiando una banana, mentre nella sua stanza il padre faceva una doccia. Gli schizzi d'acqua mi bagnavano la testa, mentre cercavo faticosamente di entrare nella mia stanza. Una volta dentro decisi di prendere le mie poche cose, che in realtà non erano altro che qualche libro e pochi vestiti in una busta della Coop.
Uscii dalla porta, mentre il ragazzino sputò i residui di dentifricio e banana a pochi centimetri dalle mie scarpe, sorridendomi.
L'atmosfera fuori era grigia, triste, vuota. Camminai per un pò cercando la stazione, il mio treno sarebbe partito alle 18.30, non potevo tardare. Domandai ad un signore con un buffo cane rosso a chiazza nere, ma farfugliava solo poche parole in tedesco stretto, e io lo guardai non capendo dove volesse arrivare. Lasciai perdere.
Alla fine la stazione la trovai da solo, seppur con grande fatica. Il mio treno sarebbe partito dal binario 1498, lo cercai. Ma i binari arrivanvano fino al numero 6. Boh.
Un signore molto alto mi indicò la strada. Era cosi alto con non riuscii a vederne la faccia. Aveva una voce molto...molto rauca si...come avesse fumato mille pacchetti di sigarette in un ora. Mi diressi verso la banchina e arrivando notai con stupore che non c'era nessuno. Mi domandai "possibile che questo treno debba prenderlo solo io? mah.."
Il treno arrivò; era molto vecchio, malandato, pieno d graffiti su tutta la superficie. Molti di quei graffiti inneggiavano ad Hitler, anche se penso fosse gia bello e morto.
Salii su e cercai uno scompartimento vuoto, volevo stare da solo. Avevo mal di testa. In realtà erano tutti vuoti, il treno è come il deserto del Gobi. Mi sedetti, presi uno dei libri che tenevo nel sacchetto e mi misi a leggere mentre aspettavo che il treno partisse.
Il controllore, un vecchio alcolizzato con una bottiglia di pessimo vino rosso in mano, diede il segnale. Il treno partii. Sentii una voce "biiiigliettiiiiiii" , era il controllore. Frugai nella tasca della mia giacca di pelle alla ricerca del biglietto, non lo trovai. Merda, ero nella merda. Adesso verrò multato o forse gettato fuori dal treno in corsa pensai. Decisi di nascondermi nella toilette. Entrai ma il cesso aveva strabordato ed era pieno di merda e piscio ovunque. Non fù una bella idea.
Uscii dal cesso correndo all'impazzata e sperando che il controllore non mi avesse visto. Arrivai alla fine del treno e il controllore era li, a pochi passi da me e con un malevolo ghigno sul volto "allora, ce lo hai il biglietto, stronzetto?" disse
"wow anche la rima, abbiamo un poeta" ribattei io
"non si scherza con noi tedeschi, dovresti saperlo. stronzetto"
"senta potrebbe gentilmente smetterla di chiamarmi stronzetto? la cosa mi infastidisce"
"non fare lo spiritoso, stronzetto."
"eccheccazzo" dissi.
Presi la decisione definitiva: saltare dal treno. Lo feci ma atterrando mi spappolai la testa, e mi troncai la spina dorsale. Era prevedibile, no?
Mi svegliai in aperta campagna, steso sui binari e con tutta la materia grigia sparsa attorno a me. Richiusi gli occhi, senza aprirli mai piu.