giovedì 15 febbraio 2018

2000: La Fine dell'Uomo



Oggi voglio allontanarmi per un secondo dal cinema horror, dallo splatter e il gore...e anche dal cinema vagamente d'exploitation. No, oggi voglio parlare di un altro tipo di film, un film del 1970 intitolato 2000: La Fine dell'Uomo. 

Un misterioso virus ha cominciato a contagiare ogni tipo di  piantagione, generando fame, carestie e violenze in alcune parti del mondo. L'Inghilterra e Londra però sembrano al sicuro...ma è solo una situazione momentanea, perchè una nube tossica incombe minacciosa pronta a contagiare qualunque cosa, esseri umani inclusi. In tutto questo la famiglia Custance decide di partire alla volta della scozia alla ricerca di una fattoria che a quanto sembra rappresenta l'unica salvezza. Durante il viaggio però i malcapitati saranno vittime di imboscate e violenze assortite, e dovranno faticare non poco per raggiungere l'agognata meta.

Il film è tratto dal romanzo di John Christopher Morte dell'Erba uscito nel 1956, e vorrebbe essere una critica alla società e al menefreghismo dell'uomo, che sa solo pensare a se stesso mettendo in secondo piano persino il bene  del pianeta. Un film ambientalista dunque, che pur essendo stato girato nel 1970 rimane ahimè molto attuale. Cambiamento climatico, inquinamento, carestie e fame sono purtroppo temi ancora drammaticamente attuali.

La pecca principale del film a mio avviso è che sì è un film ambientalista e che vorrebbe essere una critica alla società umana, e forse anche un avvertimento per ciò che potrebbe accadere in un ipotetico futuro, ma purtroppo ha il difetto di perdersi per strada. Il film infatti via via si riempirà sempre di più di scene d'azione, che sono sì utili per far vedere la lotta per la sopravvivenza della famiglia Custance, ma che finiscono con lo svilire un po  la trama avvicinando il film ad un più classico film d'azione. Anzi a dirla tutta il finale con l'assedio alla fattoria mi ha ricordato quasi un film di guerra.

Nonostante tutto comunque un buon film con un buon intento di partenza.

Regia: Cornel Wilde 
Anno: 1970
Durata: 96 min.
Musica: Burnell Whibley

lunedì 5 febbraio 2018

MANIAC NURSES FIND ECSTASY 



Oggi facciamo la prima incursione (di tante si spera) nel mondo Troma. Ovviamente non c'è bisogno che stia troppo a spiegare cos'è la Troma e cosa rappresenta la casa di produzione fondata da Lloyd Kaufman e Michael Herz negli anni 70. Giusto così per dire è la fautrice di pietre miliari dello splatter e del trash come Surfer Nazi's Must Die e la saga del Vendicatore Tossico
Il film che vado a trattare oggi (e premetto che sto scrivendo alle 5 di mattina e dopo aver passato una notte insonne) è Maniac Nurse Find Ecstasy del 1990.

Un manipolo di sadiche infermiere, in realtà ex prostitute e assassine, capeggiate dalla perfida Ilsa tiene in ostaggio una clinica, passando il tempo tra rapporti lesbo, spogliarelli, omicidi e operazioni alquanto particolari. Nella clinica però dopo i bei tempi trascorsi si respira un'aria diversa. C'è maretta infatti tra la direttrice Ilsa e la sua assistente ed ex amante Greta. Motivo del contendere? Sabrina, la figlia di Ilsa...nonché grande e insospettabile amore proprio della madre-direttrice. 

Ammetto di aver voluto vedere questo film perché ispirato dalla trama, letta non ricordo dove, in cui si parlava di procaci femmine armate fino ai denti e pronte a compiere le peggiori nefandezze in nome dell'appagamento sessuale più malato e perverso. In verità le cose non stanno proprio così, o meglio sono meno estreme di quello che la lettura della trama lasciava intendere. 
Si ci sono le ragazze procaci e armate di mitra e fucili a pompa (pompa ehehe..), si c'è qualche scena gore, qualche testa saltata e anche un'operazione particolare su una povera cavia ancora viva...ma troppo poco forse rispetto a ciò che sarebbe stato lecito aspettarsi.
La voce narrante fuori campo ci descriverà vizi e perversioni delle pericolose infermiere ma non si andrà mai troppo a fondo. Le scene erotiche sono ridotte all'osso, e oserei dire quasi inesistenti, e la storia fondamentalmente ruoterà attorno a Sabrina e al suo malato piacere per il sesso e la violenza. Anche qua però di sesso e violenza non se ne vedrà molto.
Proprio la figura di Sabrina sarebbe stato il motivo buono per creare qualcosa di ancora più trash e violento,  ma il tutto si riduce solamente a vedere lei poco vestita sfogliare il suo fumetto preferito.
La regia nelle scene d'azione (es la caccia ai campeggiatori) è molto lenta per dar modo a noi spettatori di ammirare la procace bellezza delle protagoniste, e tutto sommato visto che il film è un chiaro omaggio al cinema d'exploitation tanto caro a Russ Meyer (autore di Motorpsycho, e Faster, Pussycat! Kill! Kill! tra i tanti) ci può stare. 
La recitazione e il doppiaggio dal canto loro non sono niente di speciale, anzi diciamo chiaramente che le belle ragazze potevano anche stare zitte per tutta la durata del film, e credetemi non si sarebbe notata la differenza.

Anno: 1990
Regia: Leon Paul De Bruyn
Musiche: Philipp Smithe
Durata: 74 min.
Genere: Drammatico, Erotico, Trash