Murder Set Pieces (2004)
Che fatica arrivare alla fine..
Oggi volevo parlare di Murder Set Pieces, un film del 2004 che possiedo da almeno un decennio e che in questi giorni ho avuto voglia di rivedere.
A Las Vegas si aggira un serial killer noto come "il fotografo", un tedesco con manie naziste ed evidenti paranoie legate alla sua infanzia e al genere femminile tutto. La sua specialità è rapire giovani donne belle ed avvenenti per poi, dopo aver promesso loro un servizio fotografico, seviziarle ed ucciderle brutalmente. Il tutto condito da flashback sugli attentati dell'undici Settembre e sulla sua infanzia. Il killer tenta anche di dare una facciata normale di se attraverso la storia con una parrucchiera fallita e un po zerbina. Sarà solo Jade la sorella dodicenne della zerbina a tentare di contrastare la follia omicida del crucco. E questo la dice lunga sulla stupidità del film.
Il film è un tentativo patetico di creare un qualcosa di scioccante e mai visto prima, ma si riduce solamente ad un'accozzaglia di scene di violenza e sesso completamente a caso, senza che ci sia una vera trama dietro. La casualità sembra la trave portante dell'intero film, infatti come non bastassero le scene completamente slegate tra di loro, ci sono anche apparizioni di donne completamente casuali e che non fanno che aumentare il senso di precarietà del film. Ad un certo punto ad esempio scopriamo che il crucco ha una fidanzata, crucca pure lei, che non si sa da dove cazzo sia sbucata visto che fa la sua prima (ed unica) apparizione dopo un'ora dall'inizio del film.
Ci sono poi altri buchi enormi a livello di trama. Ad esempio non si sa cosa o chi abbia spinto il fotografo a diventare un pazzo maniaco omicida. L'unica cosa che prova a spiegarlo sono dei flashback in cui lo vediamo bambino, ma sono totalmente inutili e non spiegano una fava.
Ci sono poi scene completamente prive di senso, come quella in cui il killer si fa un pompino con la testa mozzata di una sua vittima...e ammetto che questa parte anche se priva di senso mi ha fatto morire dal ridere.
Il protagonista, interpretato da Sven Garret, è quanto di più inespressivo si possa desiderare. Capisco che dovesse dare l'idea di un killer freddo, spietato e privo di sentimenti, ma non riesce mai ad essere naturale, nemmeno in quelle scene in cui dovrebbe comportarsi da persona normale. Il resto del cast poi è sulla stessa lunghezza d'onda.
I dialoghi sono una cosa aberrante e non fanno altro che annoiare ancora di più lo spettatore, specie i monologhi del killer che vorrebbero tanto gettare uno sguardo sul suo odio nei confronti del genere femminile, ma che in realtà risultano solo patetici insulti alle donne.
Le cose buone di questo film sono davvero poche, le scene gore ad esempio non sono fatte male e sono tra le poche cose apprezzabili di questo lavoro. La seconda cosa da sottolineare è la colonna sonora dove fanno bella mostra di se anche i Necrophagia, band capitanata dal corpulento Killjoy e che in tempi passati vide tra le sue fila anche Phil Anselmo.
Titolo originale: Murder Set Pieces
Regia: Nick Palumbo
Durata: 105 min.
Musica: Bronx Casket Company, Necrophagia, The Giallos Flame, Zombi, Eric Galligan
La Maledizione di Janice (1985)
Maledizione a me che l'ho visto.
Per la rubrica "film di merda" oggi è il turno de La Maledizione di Janice, dove le uniche maledizioni le ho lanciate io durante la visione del film di cui parlerò a breve.
Paul Sharp è un regista canadese in crisi, infatti dopo aver girato il docu-film "Anime Vaganti" è finito col dirigere spot pubblicitari uno più ridicolo dell'altro. La sua unica consolazione oltre all'amico e psichiatra Dr. Meister è la biona Janice (Janus come viene chiamata nel film). Janus aiuterà il nostro amico regista introducendolo ai viaggi extracorporei mediante la proiezione astrale. Anche se non ho capito in che modo questa cosa potesse essergli d'aiuto..
Paul è sposato con Jennifer con la quale ha anche un figlio, Matthew, che sarà inconsapevolmente manipolato da un misterioso uomo in blu, di cui sapremo la vera identità solo alla fine del film.
Il mondo di Paul verrà così sconvolto da una serie di morti di persone a lui vicine, come il suo dottore, suo suocero e sua moglie. Su tutto si staglia la figura del Tenente Kaufmann che fino all'ultimo farà di tutto per impedire il losco piano di Janus, salvo restarne poi vittima.
Un film questo che ha voluto puntare più sulla componente psichica e sulla sensazione di paura, piuttosto che sulla pura violenza in your face. Un'idea che poteva avere un senso visto il risicato budget a disposizione, ma che in realtà fa risultare il film assai inconcludente e vagamente noioso. Il film presenta molti dialoghi che per la quasi totalità sono evitabili (e il doppiaggio a volte è davvero pessimo) e non spiegano molto di quello che sta accadendo. Memorabile in questo senso una battuta del tenente Kaufmann in presenza della seconda vittima, il suocero di Paul allevatore di polli : "spero che non vendesse i polli al Dr. Meister". E niente...andiamo avanti..
Uno dei problemi che ho trovato sono state le inquadrature che specie nei momenti di tensione, ovvero quelli in cui qualcuno viene ucciso, sono talmente confusionarie da non farti capire un cazzo di quello che sta succedendo. Diciamo che una regia più pulita forse avrebbe aiutato. Da approfondire sarebbero state anche le figure di Monica e William, due arzilli vecchietti intervistati nel docu-film di Paul, e che sembrano avere il vizio di saltare di corpo in corpo (birbantelli).
Le recitazione dal canto suo non è per niente da ricordare, anzi come spesso accade in film di questo tipo risulta piatta e a volte davvero poco convincente.
per concludere...un tentativo poco riuscito di creare un qualcosa che andasse contro lo standard dell'horror/splatter di serie B tipico di quel periodo, ma che come dicevo in precedenza risulta solo un minestrone noioso.
Titolo originale: Eternal Evil, The Blue Man
Regia: George Mihalka
Durata: 85 min
Musica: Marvin Dolgay
Evol - Experiment in Fear.. (1992)
Breve ma intenso
Evol, un nome poco conosciuto per una band che non ha fatto dell'originalità la propria bandiera. Un gruppo gli Evol formatosi nel 1988 probabilmente sulla scia di quei gruppi thrash/crossover che andavano tanto per la maggiore in quel periodo. La loro devozione nei confronti dei Suicidal Tendencies si sente non tanto nel sound, comunque più monocorde di quello dei Suicidal di fine anni 80 inizio anni 90, quanto nello stile vocale del cantante Jason Paul Brown, un wannabe Mike Muir non molto credibile.
Experiment in Fear.. è l'unico lavoro sulla lunga distanza per Jason Paul Brown e soci. Il disco è uscito nel 1992 per Moshover Records, e cioè in un periodo in cui il thrash si avviava verso un periodo di relativa magra, soppiantato da generi più estremi quali death metal, grindcore e black metal. Un disco corto, con canzoni anche ben scritte e ben suonate che però non centra mai il punto e non arriva mai a farti gridare al miracolo, o quantomeno a fartelo apprezzare maggiormente rispetto ad altre uscite dello stesso genere. Un disco un po derivativo insomma, che comunque presenta i suoi picchi in canzoni che fanno sbattere la testa a dovere come Cyco Self o Death Machine. Il resto dell'album si mantiene tutto sommato su un discreto livello, e pur nella sua poca originalità ha il pregio di durare poco e di non essere eccessivamente noioso.
Non stupisce comunque che gli Evol si siano sciolti di lì a poco. Del resto della carriera dei componenti del gruppo si sa poco o nulla, l'unico di cui si sa qualcosa è il bassista Dug Mug che sarà parte del gruppo hardcore di Venice Beach Beowulf dal 1994 al 2000.
Il disco lo consiglio soprattutto a quelli come me che hanno la fissa del crossover e che sono alla ricerca di qualcosa di poco conosciuto ma in grado comunque di intrattenere e di far sbattere la testa senza pensieri.
Line up: Jason Paul Brown (voce), Robert Scott Sodin (chitarra), Dug Mu (basso), Jeff Rogers (batteria)
Durata: 23:16
Etichetta: Moshover Records
Anno di pubblicazione: 1992
Tracklist:
- Experiment in Fear
- Abandoned Society
- Crimes in Society
- One Word of Truth
- Death Machine
- Why?
- Evolve
- Cyco Self
Danza di Morte (1987)
Campeggio e serial Killer, dove l'ho già visto?
Il più classico degli slasher movie questo Danza di Morte, e per un momento ho sperato che potesse essere qualcosa di più che un semplice copia/incolla di decine di altri film.
La Trama: Un gruppo di ragazzi vince un fine settimana al Campeggio Paradise (che più che un campeggio sembra una fattoria..), un luogo tristemente famoso e che i ragazzi già conoscono fin troppo bene. Si ritrovano così a distanza di due anni nello stesso posto dove il fratello di Laura, Matthew, era morto in circostanze tragiche. Appena arrivati però anche a loro toccherà una fine tragica, infatti ad uno ad uno tutti i ragazzi verranno brutalmente uccisi da un misterioso serial killer imprendibile. Solo il vecchio custode Kane sembra sapere qualcosa, ma ovviamente dovrà fare il misterioso non dicendo niente ai ragazzi.
Va detto subito che il film non offre grandissimi spunti di interesse in quanto tante scene sono piuttosto forzate e prive di mordente. Che voglio dire? Voglio dire che in un film come questo il clou dovrebbero essere le scene dove il killer si palesa, ma in verità anche lì non ci si eccita più di tanto. Alcune scene sono piuttosto lente, con situazioni prevedibili e che non portano lo spettatore ad avere quell'ansia o quella paura che un film del genere dovrebbe generare. Le situazioni sono piuttosto prevedibili, come la ragazza che si trova costretta ad andare a prendere il ghiaccio in un deposito lontano, perché..toh..nel frigo non c'è (guarda che casualità..). Oppure quando un'altra tizia si reca nel fienile dove erano precedentemente stati uccisi due suoi amici. Ci va ma senza che ci sia un motivo valido per andarci. Quando queste situazioni si verificano tu già sai come andrà a finire, perché te lo immagini, perché il film non fa niente per sorprenderti. Ma il premio per la stupidità va comunque ai due che pensano bene di fare l'amore all'aperto, di notte, e con un killer nei paraggi. Complimenti vivissimi.
Capisco siano film fatti in economia e con un budget risicato e tutto il resto, ma non ci vogliono i soldi per partorire due idee che non siano stra-riciclate o banali all'inverosimile.
Il personaggio di Laura è quello più enigmatico e che alla fine si rivelerà forse il più importante. In questo caso la sceneggiatura presenta un gran bel buco perché Laura con gli amici si comporta normalmente, ma ha tratti del carattere decisamente inquietanti che però non vengono spiegati e lasciano lo spettatore con dei grossi interrogativi. Gli altri ragazzi beh...non che siano memorabili a dire il vero. Tranne Dean per il quale ho provato odio sin dal primo istante, e per la cui morte ho esultato come se avesse segnato la mia squadra del cuore.
Il personaggio inutile del film è invece come spesso accade lo sceriffo. Mi spiace dirlo ma più che uno sceriffo a me ha ricordato un pensionato in villeggiatura. Prima viene chiamato da una ragazza del gruppo in cerca di aiuto, ma la linea cade e lui se ne frega visto che si farà vivo ore e ore dopo. Poi quando decide di entrare in azione per scoprire cosa cazzo sta succedendo, il meglio che sa fare è andarsene in giro (molto lentamente) con una torcia in mano, per poi essere ucciso dal killer che gli staccherà di netto la testa dal collo (una delle poche scene decenti).
Un film questo che mi è sembrato un tentativo poco riuscito di fare un Venerdì 13 parte seconda. Ovviamente di Venerdì 13 non ha proprio nulla, visto che quello è stato un capolavoro e questo a fatica può raggiungere una stiracchiata sufficienza. Le cose che salvo sono le scene in cui il killer si fa vivo, che saranno fatte così così, non saranno memorabili ma cazzo almeno ti salvano dalla noia generale. Perché se per salvarti dalla noia punti sui dialoghi, sulla recitazione o sull'atmosfera...cazzo stai fresco amico.
Titolo originale: Twisted Nightmare
Durata: 90 min.
Regia: Paul Hunt
Silent Scream - From the Darkest Dephts of the Immagination (1992)
Una gemma del thrash/death
Mi sono sempre chiesto perche un disco come questo sia sempre rimasto ai margini della scena thrash/death, ma non ho mai trovato risposta.
From the Darkest Depths of th Immagination è il primo e unico lavoro in studio dei californiani Silent Scream, gruppo thrash con la passione per Sepultura, Obituary e Dark Angel. I Silent Scream si formano nell'assolata Long Beach ormai trenta anni fa, nel 1987. Guidati dal corpulento cantante e bassista Mario Atencio i Silent Scream danno alle stampe tre demo a fine anni 80, per poi esordire sulla lunga distanza nel 1992.
Un disco From the Darkest.. davvero buono e per niente monotono, cosa che invece si potrebbe pensare trovandosi di fronte ad un prodotto tutto sommato poco conosciuto. Un buon thrash venato di death e sovrastato dall'ottimo growl di Mario Atencio dunque, che presenta influenze dei gruppi sopra citati e anche degli immancabili Slayer. Se vi piace il genere io ve lo consiglio e potreste restarne anche piacevolmente sorpresi.
Da poco poi i Silent Scream si sono riformati con la promessa di produrre qualcosa di nuovo, quindi che dire...attendo fiducioso, e nel frattempo mi ascolto di nuovo questo piccolo grande disco.
Line up: Mario Atencio (basso, voce), Patrick Short (batteria), Tom Perry (chitarra), Chris McCarthy (chitarra)
Durata: 43:56
Etichetta: Tombstone Records
Anno di pubblicazione: 1992
Tracklist:
- Self Abuse
- From the Darkest Depths of the Immagination
- Open Season
- Theatre of the Depraved
- Matrix of Madness
- Distraction of Thought
- Rise and Fall
- Prey Upon the Weak
Suicidal Tendencies - Freedumb (1999)
Ritorno all'hardcore
E mi ritrovo qua a recensire un disco mille anni dopo aver recensito Fundamental dei Puya. Oggi l'ispirazione mi è venuta riascoltando per l'ennesima volta Freedumb dei Suicidal Tendencies.
Cinque anni dopo il fantastico Suicidal for Life i Tendencies tornano in pista con una formazione totalmente stravolta. Se ne sono andati infatti il virtuoso della chitarra Rocky George (parentesi nei Cro Mags, poi Fishbone), l'eclettico bassista dall'inconfondibile tocco funk Robert Trujillo (finirà anni dopo nei Metallica) e il batterista Jimmy DeGrasso. Al loro posto il bassista Josh Paul, il chitarrista Dean Pleasants (ancora al fianco di Muir) e il batterista Brooks Wackerman già ex Infectious Grooves.
Uscito nel 1999 su etichetta Side One, musicalmente si stacca e di molto dai diretti predecessori. Il disco è infatti un ritorno ad un hardcore più asciutto ed essenziale, privo di quei virtuosismi di chitarra e di parti funkeggianti che erano opera del duo George-Trujillo. Un disco che all'epoca fece arrabbiare e non poco i fan dei Suicidal del versante più thrash/groove, ma che al contempo fece esultare i fan più strettamente hardcore. Un disco dunque che divise e parecchio la critica dell'epoca. Un disco questo che dalla stessa critica musicale dell'epoca fu stroncato senza appello ma che secondo me è invece molto valido. Ovviamente come dicevo prima dipende molto da che lato lo si guarda, e anche dai propri gusti personali. Da fan dell'hardcore ovviamente posso dire che trovo il disco poco originale forse, magari un po monotono in alcune parti (soprattutto nelle parti vocali di Mike Muir, molto meno versatili di un tempo), ma carico di energia e voglia di ribellione. Nel disco sono presenti alcune delle tracce che mi hanno fatto conoscere ed amare i Suicidal (We Are Family e Cyco Vision su tutte), e altre canzoni affatto cattive come Naked, Hippie Killer e Half Way Up my Head.
Line up: Mike Muir (voce), Josh Paul (basso), Dean Pleasants (chitarra), Mike Clark (Chitarra), Brooks Wackerman (batteria)
Durata: 39:54
Etichetta: Side One
Anno di pubblicazione: 1999
Tracklist:
- Freedumb
- Ain't Gonna Take It
- Scream Out
- Half Way Up My Head
- Cyco Vision
- I Ain't Like You
- Naked
- Hippie Killer
- Built to Survive
- Get Sick
- We Are Family
- I'll Buy Myself
- Gaigan Go Home
- Heaven
Hobgoblins - La Stirpe da Estirpare (1988)
Pseudo-Gremlins all'attacco!
Gli Hobgoblin, ovvero la versione alternativa ai Gremlisn. Ho deciso di vederlo solo e unicamente per capire come fossero stati realizzati i piccoli mostriciattoli. Parliamone.
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Il giovane Kevin viene assunto come guardia notturna presso dei vecchi studi cinematografici. Agli gli studi fa la conoscenza del vecchio custode McCreedy, il quale lo mette al corrente di una cosa: non entrare per nessuna ragione al mondo nella camera blindata. Il giovane Kevin all'inizio non capisce ma si adegua. Proprio la prima notte di lavoro di Kevin il suo collega McCreedy viene tenuto in ostaggio da un ladro. Kevin lo minaccia e il ladro fugge rifugiandosi proprio nella camera blindata. Kevin la aprirà lasciando fuggire i "pericolosi" Hobgoblin.
La trama pressappoco è tutta qua. Niente di che dite? lo so ma non è colpa mia. Il film è piuttosto noioso c'è da dire, e onestamente per essere un horror non c'è nessun morto, e nemmeno nessuna scena ad alto tasso di tensione. Anzi il tutto risulta oltre che piatto anche piuttosto comico, involontariamente comico suppongo. I personaggi sono assolutamente inconsistenti. Il gruppo di amici che è vittima degli Hobgoblins è quanto di più odioso possiate immaginare: c'è Nick il presunto macho e Rambo del gruppo (ma che è solo un coglione); c'è Kevin che millanta l'avere una fidanzata, quando alla fine l'unica cosa che farà sarà telefonare ad un numero erotico; c'è Dafne la troietta del gruppo, e infine c'è Amy la fidanzata del protagonista, giovane ragazza per bene ma con aspirazioni da showgirl/troia.
La recitazione è davvero di basso profilo e non riesce a farti appassionare a niente. Non riescono mai a farti salire un brivido, a farti immaginare un qualcosa, o semplicemente ad essere naturali. Tutto appare molto ma molto forzato in questo film, dalle reazioni umane più semplici (es: paura) alle scene di combattimento con gli Hobgoblin, totalmente fasulle e che al massimo possono farti ridere fino alle lacrime (ed è comunque un pregio).
Gli Hobgolin poi...cazzo gli Hobgoblin, dovreste vederli...in pratica sono dei pupazzi. Si avete capito bene, pupazzi. Avete presente quelli che si trovano nei negozi di giocattoli? Ecco quelli. Per carità mi hanno strappato più di una risata ma cristo santo sono più finti delle labbra di Alba Parietti! Non avrebbero spaventato nemmeno un bambino.
Gli Hobgoblin poi uccidono le proprie vittime entrando nella loro mente per renderne reali i desideri più inconfessati, per poi appunto ucciderle. Un'idea tutto sommato carina ma sfruttata male, in quanto di morti in 'sto film nemmeno mezzo.
Le scene di azione in questo film sono praticamente assenti, e quelle poche come dicevo sono totalmente prive di pathos. Come quando Dafne viene assalita da uno di loro, con lei che si rotola a terra tenendo in mano il pupazzo come se la stesse aggredendo. Stupendo. Io ci ho riso tantissimo.
E' un film noioso si ma volendo anche divertente perché non c'è niente che possa essere preso sul serio. Dai mostri alla recitazione, dalla regia all'atmosfera generale, è tutto così fasullo e forzato che due risate finisce per strappartele comunque, pur essendo sostanzialmente un film di merda. In conclusione è solo il tentativo patetico, e a basso costo, di fare qualcosa di simile a Gremlins (uscito quattro anni prima) per cercare di fare successo sfruttandone la scia.
Ps: ho saputo che ne hanno fatto in sequel, forse me lo vedrò e ve ne parlerò..se avrò abbastanza fegato.
Titolo originale: Hobgoblins
Regia: Rick Sloane
Durata: 92 min.
Musica: Alan DeMarderosian