The Regenereted Man (1994)
Dopo una pausa dal cinema iniziavo a sentirmi in astinenza da trashate, così sono tornato e l'ho fatto con The Regenereted Man, un film di Ted A. Bohus del 1994.
Il Dottor Robert Clarke sta lavorando ad un siero capace da solo di rigenerare i tessuti morti. Una sera mentre è in laboratorio per degli straordinari viene aggredito da due banditi (di cui uno è un mal riuscito crossover tra Giovanni Storti e Marco Columbro). I due malviventi sono in cerca d'oro (in un laboratorio chimico?? Boh..) ma non trovandolo si accontentano di accanirsi sul povero dottore. Uno dei due, forse esperto in chimica o forse solo fortunato, inizia a mischiare composti chimici a casaccio per farli poi ingerire al malcapitato. L'effetto che questo intruglio avrà sul nostro protagonista sarà a dir poco prodigioso! Infatti di lì a poco il dottore si risveglierà tramutato in uno "spaventoso" mostro. Che più che altro a dirla tutta sembra il fratello scarso di Freddy Krueger.
Tutto ciò porta ad una serie (nemmeno troppo lunga) di omicidi.
Il film è una sorta di rivisitazione in chiave horror/thrash/comica del romanzo Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde di Robert Louis Stevenson. Il problema è che il film ha una trama davvero troppo arruffata e oggettivamente inconsistente. Se è vero che lo spunto poteva essere vincente, è altrettanto vero che il suo sviluppo è talmente povero da far decadere quelle poche possibilità che il film aveva di non farti passare un'ora e mezzo immerso nella noia.
Per di più i dialoghi e la recitazione sono davvero poveri ed inconsistenti, e l'azione è davvero ridotta al minimo. La vicenda infatti, salvo i pochi casi in cui il mostro uccide, si svolge quasi per intero in un fottutissimo laboratorio...che più che altro viste le dimensioni potrebbe essere uno sgabuzzino. La regia è pessima e sinceramente ho fatto molto fatica a collocare temporalmente questo film nel 1994.
C'è una frase detta del Detective Winter (l'antagonista principale del film) con cui sono d'accordo, infatti commentando l'ennesimo omicidio se ne esce con un "l'unico testimone parla di un tizio con una maschera da mostro", ed è infatti questa la sensazione che si ha vedendo il mostro, di un tizio con una maschera...sapete quelle che si comprano per carnevale o per halloween. Gli effetti speciali, se così vogliamo chiamarli, non sono speciali per niente. Il film è fatto chiaramente con un budget piuttosto basso e a risentirne sarà soprattutto la scena finale, quella che dovrebbe essere il punto forte del film insomma...ovvero la seconda mutazione del mostro.
Insomma un film abbastanza evitabile in sostanza, che può essere visto giusto per farsi due risate.
Regia: Ted A. Bohus
Durata: 89 min.
sabato 27 gennaio 2018
lunedì 22 gennaio 2018
Il Cobra Nero
Durante un addestramento Johnny ha un alterco con un suo superiore, un bianco con poca simpatia per le persone di colore. Johnny a quel punto non ci vede più e lo picchia, come risultato il nostro eroe verrà cacciato "con disonore" da quell'esercito che era stato fino a quel momento casa e unica occupazione.
A quel punto senza lavoro e senza un alloggio Johnny comincerà a vagare per i bassifondi di New York. Nel suo girovagare senza una meta prima verrà pestato da alcuni teppisti, quindi arrestato per ubriachezza...e malmenato da poliziotti bianchi e razzisti..poi finirà per entrare in un ristorante italiano nel quale il proprietario, un italo-americano di nome Mario Racconi, riconoscerà in lui un ex eroe di guerra ed ex calciatore.
Racconi offre a Johnny un lavoro come sicario per la mafia, ma Johnny rifiuterà a più riprese questa proposta perché voglioso di farsi una vita e ritrovare se stesso lontano dalla violenza e dalla morte a cui la guerra e l'esercito lo avevano abituato.
Proverà dunque a cercare lavoro venendo respinto un po ovunque. Alla fine troverà lavoro come sguattero in una infame stazione di servizio, gestita da un ancora più infame proprietario razzista, bifolco e anche strozzino. Quando il suo amico Mario Racconi e tutta la sua famiglia verranno sterminati da una famiglia rivale (i Da Vinci) Johnny sarà suo malgrado costretto a riprendere in mano pistole e fucili per vendicare il suo amico.
Un film che mi è piaciuto assai nonostante a livello di recitazione non sia il massimo. Per un'ora buona vediamo sostanzialmente Johnny che si arrangia a fare una vita che non vorrebbe, perso tra la ricerca di un'occupazione, il razzismo di poliziotti e datori di lavoro e il continuo pressing della famiglia mafiosa dei Racconi. L'azione vera e propria si trattiene tutta negli ultimi 30-35 minuti e devo dire non è male. Mi ha lasciato perplesso solo lo scontro tra Johnny e il sicario dei Da Vinci a colpi di Kung Fu (Fred Williamson, il protagonista, è un esperto di arti marziali). Le scene di lotta nonostante l'esperienza del protagonista in questo campo non sono memorabili, però mi hanno comunque strappato una risata.
Una cosa che poteva essere maggiormente approfondita è la sua "storia" con la bionda Nancy.
Fred Williamson è un uomo incredibile. Nato a Gary (Indiana) ossia la stessa città di Michael Jackson, fu un forte giocatore professionista di football americano, esperto di arti marziali, attore e infine regista per questo Mean Johnny Barrows, tradotto impropriamente in italiano come Il Cobra Nero.
Plot:
Johnnny è un uomo di colore, ex calciatore e veterano della guerra del Vietnam, nella quale si è anche guadagnato un encomio per le sue valorose azioni, laddove per "valorose" si intende l'aver ucciso molti vietcong.Durante un addestramento Johnny ha un alterco con un suo superiore, un bianco con poca simpatia per le persone di colore. Johnny a quel punto non ci vede più e lo picchia, come risultato il nostro eroe verrà cacciato "con disonore" da quell'esercito che era stato fino a quel momento casa e unica occupazione.
A quel punto senza lavoro e senza un alloggio Johnny comincerà a vagare per i bassifondi di New York. Nel suo girovagare senza una meta prima verrà pestato da alcuni teppisti, quindi arrestato per ubriachezza...e malmenato da poliziotti bianchi e razzisti..poi finirà per entrare in un ristorante italiano nel quale il proprietario, un italo-americano di nome Mario Racconi, riconoscerà in lui un ex eroe di guerra ed ex calciatore.
Racconi offre a Johnny un lavoro come sicario per la mafia, ma Johnny rifiuterà a più riprese questa proposta perché voglioso di farsi una vita e ritrovare se stesso lontano dalla violenza e dalla morte a cui la guerra e l'esercito lo avevano abituato.
Proverà dunque a cercare lavoro venendo respinto un po ovunque. Alla fine troverà lavoro come sguattero in una infame stazione di servizio, gestita da un ancora più infame proprietario razzista, bifolco e anche strozzino. Quando il suo amico Mario Racconi e tutta la sua famiglia verranno sterminati da una famiglia rivale (i Da Vinci) Johnny sarà suo malgrado costretto a riprendere in mano pistole e fucili per vendicare il suo amico.
Un film che mi è piaciuto assai nonostante a livello di recitazione non sia il massimo. Per un'ora buona vediamo sostanzialmente Johnny che si arrangia a fare una vita che non vorrebbe, perso tra la ricerca di un'occupazione, il razzismo di poliziotti e datori di lavoro e il continuo pressing della famiglia mafiosa dei Racconi. L'azione vera e propria si trattiene tutta negli ultimi 30-35 minuti e devo dire non è male. Mi ha lasciato perplesso solo lo scontro tra Johnny e il sicario dei Da Vinci a colpi di Kung Fu (Fred Williamson, il protagonista, è un esperto di arti marziali). Le scene di lotta nonostante l'esperienza del protagonista in questo campo non sono memorabili, però mi hanno comunque strappato una risata.
Una cosa che poteva essere maggiormente approfondita è la sua "storia" con la bionda Nancy.
Nancy la doppiogiochista, l'amante di un Da Vinci che per soldi venderà l'intera famiglia Racconi. Ecco, nel finale Johnny dice a Nancy di amarla, ma in precedenza non si era mai neppure visto o percepito niente. Ci sono rimasto un po così.
Questo film è parte integrante del filone Blaxploitation, ossia di film destinati inizialmente solo ad un pubblico di colore, ma che poi col passare degli anni sono divenuti dei cult tra gli appassionai del genere Exploitation. Il Cobra Nero è una storia di povertà e razzismo, ma anche di vendetta, e della ricerca da parte di un uomo di una vita normale e del proprio posto nella società americana degli anni 70. Non il classico gangster movie ma qualcosa di simile, con una storia narrata non benissimo ma nel quale il regista vuole far respirare quello che era il clima di razzismo che ancora si respirava nella New York di metà anni 70.
Questo film è parte integrante del filone Blaxploitation, ossia di film destinati inizialmente solo ad un pubblico di colore, ma che poi col passare degli anni sono divenuti dei cult tra gli appassionai del genere Exploitation. Il Cobra Nero è una storia di povertà e razzismo, ma anche di vendetta, e della ricerca da parte di un uomo di una vita normale e del proprio posto nella società americana degli anni 70. Non il classico gangster movie ma qualcosa di simile, con una storia narrata non benissimo ma nel quale il regista vuole far respirare quello che era il clima di razzismo che ancora si respirava nella New York di metà anni 70.
mercoledì 10 gennaio 2018
The Accused
Hardcore, crossover..splatterock! Questo sono i The Accused da Oak Harbor (seattle, Washington). Nascono nel 1981 (cazzo hanno la mia età!) su iniziativa del chitarrista Tommy Niemeyer, del bassista Chibon "Chewy" Batterman e dal batterista Dana Collins. Il cantante iniziale è tale John Dahlin, che verrà però sostituito nel giro di un paio d'anni (e dopo aver registrato con lui due demo) da Blaine Cook ex cantante del gruppo punk The Fartz.
Cook che col suo stile vocale sguaiato sarà uno dei punti di forza della band negli anni a venire, ne più ne meno della mascotte del gruppo, l'assassina dalle grosse tette..Martha splatterhead. Martha (disegnata da Niemeyer stesso) oltre che simbolo del gruppo diverrà anche la principale ispirazione per i testi della band, a base di horror, violenza e humor nero di ogni tipo.
Esordiscono col primo album nel 1986 con The Return of...Martha splatterhead, un disco di hardcore/crossover tremendamente veloce ed epilettico, che presenta già tutte le caratteristiche tipiche della band e che ne decreteranno il successo soprattutto a livello underground. Tra l'altro il disco in questione contiene una curiosità: fu infatti il primo disco ad uscire in Europa col marchio Earache Records, etichetta di Nottingham (Uk) che negli anni sarebbe divenuta il caposaldo del grindcore prima e del death metal poi, facendo uscire gli esordi di band come Napalm Death, Morbid Angel, Entombed, Deicide e Carcass.
Il seguente lavoro in studio dei pazzi criminali di Oak Harbor esce un anno dopo col titolo di More Fun than an Open Casket Funeral!, che segna un piccolo miglioramento nel songwriting e nell'uso degli strumenti da pare di tutti i componenti della band. Nella band entra al basso Alex sibbald al posto di "Chewy" Batterman (che sfortunatamente troverà la morte prematura nel 1996).
Ma il vero apice della band è Martha Splatterhead's Maddest Stories Ever Told del 1988, un altro deciso passo avanti per la band americana in tutti i sensi. Un disco di crossover duro e puro, con canzoni al fulmicotone come l'iniziale Psychomania, You Only Die Once o come la cover di sick Boy, brano reso originariamente famoso dai britannici G.B.H.
Grinnin like an Undertaker del 1990 prosegue dritto sulla stessa scia fatta di canzoni veloci e sporche di sangue e budella. Alla batteria fa il suo esordio con la band Josh snider, il tempo di un solo disco però e verrà cacciato anche lui.
L'ultima fatica prima dello scioglimento è un altro disco degno di nota, uno dei loro migliori (a mio avviso) e cioè splatter rock del 1992. Proseguono i cambi alla batteria, che vede adesso cimentarsi dietro le pelli Devin Karakash. Il disco è l'ennesimo concentrato di violenza spiattellata in faccia all'ascoltatore, ma è una furia più controllata rispetto agli esordi o anche solo al recente passato. La band ha ormai imparato ad avere il pieno controllo della strumentazione e non si assiste più a bordate fuori controllo come agli esordi, e canzoni come Two Hours Till sunrise sono la prova migliore di quello che sto dicendo.
seguiranno anni un po incerti, fatti soprattutto di singoli (straight Razor del 1992, Paint it Red 1999), fino al ritorno alla grandissima col sanguinoso e divertentissimo Oh Martha! del 2005. Ablbum ispiratissimo dalla prima all'ultima canzone, con tematiche come sempre iper violente e ispirate anche al cinema horror (Fast Zombie Rule, National Embalming school). Album come tutti gli altri apprezzato solamente a livello underground...il che se volete la mia opinione è solo un bene.
L'ultimo lavoro è The Curse of Martha splatterhead del 2009, un altro grande disco che si piazza idealmente sul felice solco del predecessore. L'unica cosa che non mi ha mai convinto è il cantante. Infatti al posto di Blaine Cook troviamo Brad "B.R.A.D." Mowen, bravo per carità...ma non è Blaine.
Curiosità finale: Ogni cazzo di volta che cerco The Accused mi escono sempre scene dell'omonimo film con Jodie Foster..
Hardcore, crossover..splatterock! Questo sono i The Accused da Oak Harbor (seattle, Washington). Nascono nel 1981 (cazzo hanno la mia età!) su iniziativa del chitarrista Tommy Niemeyer, del bassista Chibon "Chewy" Batterman e dal batterista Dana Collins. Il cantante iniziale è tale John Dahlin, che verrà però sostituito nel giro di un paio d'anni (e dopo aver registrato con lui due demo) da Blaine Cook ex cantante del gruppo punk The Fartz.
Cook che col suo stile vocale sguaiato sarà uno dei punti di forza della band negli anni a venire, ne più ne meno della mascotte del gruppo, l'assassina dalle grosse tette..Martha splatterhead. Martha (disegnata da Niemeyer stesso) oltre che simbolo del gruppo diverrà anche la principale ispirazione per i testi della band, a base di horror, violenza e humor nero di ogni tipo.

Il seguente lavoro in studio dei pazzi criminali di Oak Harbor esce un anno dopo col titolo di More Fun than an Open Casket Funeral!, che segna un piccolo miglioramento nel songwriting e nell'uso degli strumenti da pare di tutti i componenti della band. Nella band entra al basso Alex sibbald al posto di "Chewy" Batterman (che sfortunatamente troverà la morte prematura nel 1996).
Ma il vero apice della band è Martha Splatterhead's Maddest Stories Ever Told del 1988, un altro deciso passo avanti per la band americana in tutti i sensi. Un disco di crossover duro e puro, con canzoni al fulmicotone come l'iniziale Psychomania, You Only Die Once o come la cover di sick Boy, brano reso originariamente famoso dai britannici G.B.H.
Grinnin like an Undertaker del 1990 prosegue dritto sulla stessa scia fatta di canzoni veloci e sporche di sangue e budella. Alla batteria fa il suo esordio con la band Josh snider, il tempo di un solo disco però e verrà cacciato anche lui.
L'ultima fatica prima dello scioglimento è un altro disco degno di nota, uno dei loro migliori (a mio avviso) e cioè splatter rock del 1992. Proseguono i cambi alla batteria, che vede adesso cimentarsi dietro le pelli Devin Karakash. Il disco è l'ennesimo concentrato di violenza spiattellata in faccia all'ascoltatore, ma è una furia più controllata rispetto agli esordi o anche solo al recente passato. La band ha ormai imparato ad avere il pieno controllo della strumentazione e non si assiste più a bordate fuori controllo come agli esordi, e canzoni come Two Hours Till sunrise sono la prova migliore di quello che sto dicendo.
seguiranno anni un po incerti, fatti soprattutto di singoli (straight Razor del 1992, Paint it Red 1999), fino al ritorno alla grandissima col sanguinoso e divertentissimo Oh Martha! del 2005. Ablbum ispiratissimo dalla prima all'ultima canzone, con tematiche come sempre iper violente e ispirate anche al cinema horror (Fast Zombie Rule, National Embalming school). Album come tutti gli altri apprezzato solamente a livello underground...il che se volete la mia opinione è solo un bene.
L'ultimo lavoro è The Curse of Martha splatterhead del 2009, un altro grande disco che si piazza idealmente sul felice solco del predecessore. L'unica cosa che non mi ha mai convinto è il cantante. Infatti al posto di Blaine Cook troviamo Brad "B.R.A.D." Mowen, bravo per carità...ma non è Blaine.
Curiosità finale: Ogni cazzo di volta che cerco The Accused mi escono sempre scene dell'omonimo film con Jodie Foster..
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