domenica 17 dicembre 2017

THE F.U.'S/STRAW DOGS

Gli Straw Dogs sono stati un gruppo heavy metal relativamente poco conosciuto proveniente dalla zona di Boston. Forse qualcuno si ricorderà di loro ad inizio carriera, quando to il nome di The F.U.'s incendiavano la scena hardcore di Boston assieme a gruppi come SSD, Negative FX, DYS e Slapshot.
I The F.U.'s si formano a Dorchester (Boston, Massachussetts) nel 1981 con una formazione che vedeva John Sax alla voce, Steve Grimes alla chitarra, Wayne Maestri al basso e Bob Furapples alla batteria.
Kill For Christ
Dopo aver esordito ufficialmente nel 1981 con 4 canzoni all'interno della storica compilation This Is Boston, Not L.A. (compilation che comprendeva i migliori talenti della zona), rilasciano nel 1982 l'ep Kill for Christ su Xclaim Records. Nel 1983 la volta del loro primo lp "My America". 
Do We Really Want to Hurt You
Nel 1984 è poi il momento di Do We Really Want to Hurt You su Enigma Records, con un sound ancora tipicamente hardcore, un disco che ogni amante del genere dovrebbe aver ascoltato almeno una volta in vita propria.
We Are Not Amused
Dopo l'uscita di Do We Really Want to Hurt You i The F.U.'s apportano notevoli cambiamenti, per cominciare cambiano monicker in Straw Dogs, poi si separano da Bob Fruapples e al tempo stesso ingaggiano al suo posto Chris "Bones" Jones alla batteria (morirà  purtroppo diciassettenne) e Steve Martin alla seconda chitarra. Con questa line up rinnovata e col loro nuovo nome pubblicheranno nell'Ottobre del 1986 il loro nuovo album "We Are Not Amused". Uscito su etichetta Restless/Enigma We Are Not Amused è un grande esempio di ottimo heavy metal con sfumature thrash assolutamente da recuperare ed ascoltare. Pubblicheranno ancora un album sotto il nome Straw Dogs "Your Own Worst Nightmare" nel 1990, sempre improntanto ad un sound ancora molto heavy metal e lontanissimo anni luce dal furioso sound hardcore dei primi tempi a nome The F.U.'s . Nel 1991 il loro ultimo lavoro a nome Straw Dogs è un split ep coi concittadini hardcore The Freeze.
Your Own Worst Nightmare
Alla fine decideranno per un ritorno al vecchio monicker e anche alle vecchie sonorità hardcore di inizio carriera.





sabato 2 dicembre 2017

Wasted Youth

Reagan's Inn (1981)
Reagan's Inn line up
I Wasted Youth (anche conosciuti come LA's Wasted Youth) si formano nella città degli angeli all'inizio degli anni 80, con una line up comprendente il cantante Danny Spira, il chitarrista Chett Lehrer, il bassista Jeff Long e il batterista Allen Stiritz. Con questa formazione nel 1981 faranno uscire il loro primo storico ep "Regan's Inn". Il disco è uno dei pilastri della scena hardcore californiana di inizio anni 80, ed è un furioso assalto sonoro accompagnato dalla batteria serrata di Stiritz e dalla voce al vetriolo di Danny Spira. Il disco dura in totale 15 minuti e contiene al suo interno tutti i classici storici del gruppo, da
Teenage Nark a Regan's Inn, Problem Child e Punk for a Day.
Get Out of my Yard! (1986)
Nel 1986 i Wasted Youth apportano dei cambiamenti alla formazione, con in uscita Danny Spira alla voce troviamo così Paolo Rossi, cantante dalle evidentissime origini italiane. Al basso invece tale Bryen sostituirà Jeff Long. Con questi cambiamenti la band fa così uscire il secondo ep "Get Out of my Yard!". Il disco è un altro bel prodotto prettamente hardocore, forse meno furioso del precedente e in cui la cosa che risulta di più sarà la voce di Paolo Rossi.
Passano due anni e la formazione dei Wasted Youth subisce nuovi cambiamenti: entrano infatti in formazione il chitarrista Rick Seccombe e il bassista Dave Kushner (che in futuro troveremo tra gli altri coi Velvet Revolver), e alla batteria Joey Castillo che a metà anni 90 troverà posto nei Danzig.
Black Daze line up
Con questa line up il cambio di sonorità verso territori più prettamente thrash metal è quasi un obbligo, ed è con queste caratteristiche che nel 1988 i Wasted Youth si presenteranno al pubblico con "Black Daze". Un disco appunto totalmente, irrimediabilmente ed irresistibilmente thrash metal, in cui l'unica cosa a legarli ancora al passato è il cantato di Paolo Rossi, sgraziato ed hardcore fino al midollo.
Girano anche un video, l'unico della loro carriera, per il singolo "Good Day for a Hanging" che troverà posto persino nelle rotazioni di MTV.
Dopo Black Daze i Wasted Youth di fatto cessano per sempre la loro attività. Si ricorda tra le altre cose la pubblicità "involontaria" fatta al gruppo da Slash dei Guns 'n' Roses, il quale molto spesso è stato fotografato con una loro t-shirt addosso.

lunedì 27 novembre 2017

Murder Set Pieces (2004)


Che fatica arrivare alla fine..


Oggi volevo parlare di Murder Set Pieces, un film del 2004 che possiedo da almeno un decennio e che in questi giorni ho avuto voglia di rivedere.

A Las Vegas si aggira un serial killer noto come "il fotografo", un tedesco con manie naziste ed evidenti paranoie legate alla sua infanzia e al genere femminile tutto. La sua specialità è rapire giovani donne belle ed avvenenti per poi, dopo aver promesso loro un servizio fotografico, seviziarle ed ucciderle brutalmente. Il tutto condito da flashback sugli attentati dell'undici Settembre e sulla sua infanzia. Il killer tenta anche di dare una facciata normale di se attraverso la storia con una parrucchiera fallita e un po zerbina. Sarà solo Jade la sorella dodicenne della zerbina a tentare di contrastare la follia omicida del crucco. E questo la dice lunga sulla stupidità del film.

Il film è un tentativo patetico di creare un qualcosa di scioccante e mai visto prima, ma si riduce solamente ad un'accozzaglia di scene di violenza e sesso completamente a caso, senza che ci sia una vera trama dietro. La casualità sembra la trave portante dell'intero film, infatti come non bastassero le scene completamente slegate tra di loro, ci sono anche apparizioni di donne completamente casuali e che non fanno che aumentare il senso di precarietà del film. Ad un certo punto ad esempio scopriamo che il crucco ha una fidanzata, crucca pure lei, che non si sa da dove cazzo sia sbucata visto che fa la sua prima (ed unica) apparizione dopo un'ora dall'inizio del film.
Ci sono poi altri buchi enormi a livello di trama. Ad esempio non si sa cosa o chi abbia spinto il fotografo a diventare un pazzo maniaco omicida. L'unica cosa che prova a spiegarlo sono dei flashback in cui lo vediamo bambino, ma sono totalmente inutili e non spiegano una fava. 
Ci sono poi scene completamente prive di senso, come quella in cui il killer si fa un pompino con la testa mozzata di una sua vittima...e ammetto che questa parte anche se priva di senso mi ha fatto morire dal ridere. 
Il protagonista, interpretato da Sven Garret, è quanto di più inespressivo si possa desiderare. Capisco che dovesse dare l'idea di un killer freddo, spietato e privo di sentimenti, ma non riesce mai ad essere naturale, nemmeno in quelle scene in cui dovrebbe comportarsi da persona normale. Il resto del cast poi è sulla stessa lunghezza d'onda.
I dialoghi sono una cosa aberrante e non fanno altro che annoiare ancora di più lo spettatore, specie i monologhi del killer che vorrebbero tanto gettare uno sguardo sul suo odio nei confronti del genere femminile, ma che in realtà risultano solo patetici insulti alle donne.
Le cose buone di questo film sono davvero poche, le scene gore ad esempio non sono fatte male e sono tra le poche cose apprezzabili di questo lavoro. La seconda cosa da sottolineare è la colonna sonora dove fanno bella mostra di se anche i Necrophagia, band capitanata dal corpulento Killjoy e che in tempi passati vide tra le sue fila anche Phil Anselmo.


Titolo originale: Murder Set Pieces
Regia: Nick Palumbo
Durata: 105 min.
Musica: Bronx Casket Company, Necrophagia, The Giallos Flame, Zombi, Eric Galligan

martedì 21 novembre 2017

La Maledizione di Janice (1985)

Maledizione a me che l'ho visto.

Per la rubrica "film di merda" oggi è il turno de La Maledizione di Janice, dove le uniche maledizioni le ho lanciate io durante la visione del film di cui parlerò a breve.

Paul Sharp è un regista canadese in crisi, infatti dopo aver girato il docu-film "Anime Vaganti" è finito col dirigere spot pubblicitari uno più ridicolo dell'altro. La sua unica consolazione oltre all'amico e psichiatra Dr. Meister è la biona Janice (Janus come viene chiamata nel film). Janus aiuterà il nostro amico regista introducendolo ai viaggi extracorporei mediante la proiezione astrale. Anche se non ho capito in che modo questa cosa potesse essergli d'aiuto..
Paul è sposato con Jennifer con la quale ha anche un figlio, Matthew, che sarà inconsapevolmente manipolato da un misterioso uomo in blu, di cui sapremo la vera identità solo alla fine del film.
Il mondo di Paul verrà così sconvolto da una serie di morti di persone a lui vicine, come il suo dottore, suo suocero e sua moglie. Su tutto si staglia la figura del Tenente Kaufmann che fino all'ultimo farà di tutto per impedire il losco piano di Janus, salvo restarne poi vittima.

Un film questo che ha voluto puntare più sulla componente psichica e sulla sensazione di paura, piuttosto che sulla pura violenza in your face. Un'idea che poteva avere un senso visto il risicato budget a disposizione, ma che in realtà fa risultare il film assai inconcludente e vagamente noioso. Il film presenta molti dialoghi che per la quasi totalità sono evitabili (e il doppiaggio a volte è davvero pessimo) e non spiegano molto di quello che sta accadendo. Memorabile in questo senso una battuta del tenente Kaufmann in presenza della seconda vittima, il suocero di Paul allevatore di polli : "spero che non vendesse i polli al Dr. Meister". E niente...andiamo avanti..

Uno dei problemi che ho trovato sono state le inquadrature che specie nei momenti di tensione, ovvero quelli in cui qualcuno viene ucciso, sono talmente confusionarie da non farti capire un cazzo di quello che sta succedendo. Diciamo che una regia più pulita forse avrebbe aiutato. Da approfondire sarebbero state anche le figure di Monica e William, due arzilli vecchietti intervistati nel docu-film di Paul, e che sembrano avere il vizio di saltare di corpo in corpo (birbantelli).
Le recitazione dal canto suo non è per niente da ricordare, anzi come spesso accade in film di questo tipo risulta piatta e a volte davvero poco convincente. 
per concludere...un tentativo poco riuscito di creare un qualcosa che andasse contro lo standard dell'horror/splatter di serie B tipico di quel periodo, ma che come dicevo in precedenza risulta solo un minestrone noioso.

Titolo originale: Eternal Evil, The Blue Man
Regia: George Mihalka
Durata: 85 min
Musica: Marvin Dolgay


venerdì 17 novembre 2017

Evol - Experiment in Fear.. (1992)

Breve ma intenso



Evol, un nome poco conosciuto per una band che non ha fatto dell'originalità la propria bandiera. Un gruppo gli Evol formatosi nel 1988 probabilmente sulla scia di quei gruppi thrash/crossover che andavano tanto per la maggiore in quel periodo. La loro devozione nei confronti dei Suicidal Tendencies si sente non tanto nel sound, comunque più monocorde di quello dei Suicidal di fine anni 80 inizio anni 90, quanto nello stile vocale del cantante Jason Paul Brown, un wannabe Mike Muir non molto credibile.
Experiment in Fear.. è l'unico lavoro sulla lunga distanza per Jason Paul Brown e soci. Il disco è uscito nel 1992 per Moshover Records,  e cioè in un periodo in cui il thrash si avviava verso un periodo di relativa magra, soppiantato da generi più estremi quali death metal, grindcore e black metal. Un disco corto, con canzoni anche ben scritte e ben suonate che però non centra mai il punto e non arriva mai a farti gridare al miracolo, o quantomeno a fartelo apprezzare maggiormente rispetto ad altre uscite dello stesso genere. Un disco un po derivativo insomma, che comunque presenta i suoi picchi in canzoni che fanno sbattere la testa a dovere come Cyco Self o Death Machine. Il resto dell'album si mantiene tutto sommato su un discreto livello, e pur nella sua poca originalità ha il pregio di durare poco e di non essere eccessivamente noioso.
Non stupisce comunque che gli Evol si siano sciolti di lì a poco. Del resto della carriera dei componenti del gruppo si sa poco o nulla, l'unico di cui si sa qualcosa è il bassista Dug Mug che sarà parte del gruppo hardcore di Venice Beach Beowulf dal 1994 al 2000. 
Il disco lo consiglio soprattutto a quelli come me che hanno la fissa del crossover e che sono alla ricerca di qualcosa di poco conosciuto ma in grado comunque di intrattenere e di far sbattere la testa senza pensieri.

Line up: Jason Paul Brown (voce), Robert Scott Sodin (chitarra), Dug Mu (basso), Jeff Rogers (batteria)
Durata: 23:16
Etichetta: Moshover Records
Anno di pubblicazione: 1992

Tracklist:

  • Experiment in Fear
  • Abandoned Society
  • Crimes in Society
  • One Word of Truth
  • Death Machine
  • Why?
  • Evolve
  • Cyco Self

lunedì 13 novembre 2017

Danza di Morte (1987)

Campeggio e serial Killer, dove l'ho già visto?

Il più classico degli slasher movie questo Danza di Morte, e per un momento ho sperato che potesse essere qualcosa di più che un semplice copia/incolla di decine di altri film.

La Trama: Un gruppo di ragazzi vince un fine settimana al Campeggio Paradise (che più che un campeggio sembra una fattoria..), un luogo tristemente famoso e che i ragazzi già conoscono fin troppo bene. Si ritrovano così a distanza di due anni nello stesso posto dove il fratello di Laura, Matthew, era morto in circostanze tragiche. Appena arrivati però anche a loro toccherà una fine tragica, infatti ad uno ad uno tutti i ragazzi verranno brutalmente uccisi da un misterioso serial killer imprendibile. Solo il vecchio custode Kane sembra sapere qualcosa, ma ovviamente dovrà fare il misterioso non dicendo niente ai ragazzi.

Va detto subito che il film non offre grandissimi spunti di interesse in quanto tante scene sono piuttosto forzate e prive di mordente. Che voglio dire? Voglio dire che in un film come questo il clou dovrebbero essere le scene dove il killer si palesa, ma in verità anche lì non ci si eccita più di tanto. Alcune scene sono piuttosto lente, con situazioni prevedibili e che non portano lo spettatore ad avere quell'ansia o quella paura che un film del genere dovrebbe generare. Le situazioni sono piuttosto prevedibili, come la ragazza che si trova costretta ad andare a prendere il ghiaccio in un deposito lontano, perché..toh..nel frigo non c'è (guarda che casualità..). Oppure quando un'altra tizia si reca nel fienile dove erano precedentemente stati uccisi due suoi amici. Ci va ma senza che ci sia un motivo valido per andarci. Quando queste situazioni si verificano tu già sai come andrà a finire, perché te lo immagini, perché il film non fa niente per sorprenderti. Ma il premio per la stupidità va comunque ai due che pensano bene di fare l'amore all'aperto, di notte, e con un killer nei paraggi. Complimenti vivissimi.

Capisco siano film fatti in economia e con un budget risicato e tutto il resto, ma non ci vogliono i soldi per partorire due idee che non siano stra-riciclate o banali all'inverosimile.

Il personaggio di Laura è quello più enigmatico e che alla fine si rivelerà forse il più importante. In questo caso la sceneggiatura presenta un gran bel buco perché Laura con gli amici si comporta normalmente, ma ha tratti del carattere decisamente inquietanti che però non vengono spiegati e lasciano lo spettatore con dei grossi interrogativi. Gli altri ragazzi beh...non che siano memorabili a dire il vero. Tranne Dean per il quale ho provato odio sin dal primo istante, e per la cui morte ho esultato come se avesse segnato la mia squadra del cuore.
Il personaggio inutile del film è invece come spesso accade lo sceriffo. Mi spiace dirlo ma più che uno sceriffo a me ha ricordato un pensionato in villeggiatura. Prima viene chiamato da una ragazza del gruppo in cerca di aiuto, ma la linea cade e lui se ne frega visto che si farà vivo ore e ore dopo. Poi quando decide di entrare in azione per scoprire cosa cazzo sta succedendo, il meglio che sa fare è andarsene in giro (molto lentamente) con una torcia in mano, per poi essere ucciso dal killer che gli staccherà di netto la testa dal collo (una delle poche scene decenti).

Un film questo che mi è sembrato un tentativo poco riuscito di fare un Venerdì 13 parte seconda. Ovviamente di Venerdì 13 non ha proprio nulla, visto che quello è stato un capolavoro e questo a fatica può raggiungere una stiracchiata sufficienza. Le cose che salvo sono le scene in cui il killer si fa vivo, che saranno fatte così così, non saranno memorabili ma cazzo almeno ti salvano dalla noia generale. Perché se per salvarti dalla noia punti sui dialoghi, sulla recitazione o sull'atmosfera...cazzo stai fresco amico. 


Titolo originale: Twisted Nightmare
Durata: 90 min.
Regia: Paul Hunt

domenica 12 novembre 2017

Silent Scream - From the Darkest Dephts of  the Immagination (1992)


Una gemma del thrash/death

Mi sono sempre chiesto perche un disco come questo sia sempre rimasto ai margini della scena thrash/death, ma non ho mai trovato risposta.

From the Darkest Depths of th Immagination è il primo e unico lavoro in studio dei californiani Silent Scream, gruppo thrash con la passione per Sepultura, Obituary e Dark Angel. I Silent Scream si formano nell'assolata Long Beach ormai trenta anni fa, nel 1987. Guidati dal corpulento cantante e bassista Mario Atencio i Silent Scream danno alle stampe tre demo a fine anni 80, per poi esordire sulla lunga distanza nel 1992.
Un disco From the Darkest.. davvero buono e per niente monotono, cosa che invece si potrebbe pensare trovandosi di fronte ad un prodotto tutto sommato poco conosciuto. Un buon thrash venato di death e sovrastato dall'ottimo growl di Mario Atencio dunque, che presenta influenze dei gruppi sopra citati e anche degli immancabili Slayer. Se vi piace il genere io ve lo consiglio e potreste restarne anche piacevolmente sorpresi.
Da poco poi i Silent Scream si sono riformati con la promessa di produrre qualcosa di nuovo, quindi che dire...attendo fiducioso, e nel frattempo mi ascolto di nuovo questo piccolo grande disco.

Line up: Mario Atencio (basso, voce), Patrick Short (batteria), Tom Perry (chitarra), Chris McCarthy (chitarra)
Durata: 43:56
Etichetta: Tombstone Records
Anno di pubblicazione: 1992

Tracklist:

  • Self Abuse
  • From the Darkest Depths of the Immagination
  • Open Season
  • Theatre of the Depraved
  • Matrix of Madness
  • Distraction of Thought
  • Rise and Fall
  • Prey Upon the Weak


venerdì 10 novembre 2017

Suicidal Tendencies - Freedumb (1999)

Ritorno all'hardcore


E mi ritrovo qua a recensire un disco mille anni dopo aver recensito Fundamental dei Puya. Oggi l'ispirazione mi è venuta riascoltando per l'ennesima volta Freedumb dei Suicidal Tendencies. 


Cinque anni dopo il fantastico Suicidal for Life i Tendencies tornano in pista con una formazione totalmente stravolta. Se ne sono andati infatti il virtuoso della chitarra Rocky George (parentesi nei Cro Mags, poi Fishbone), l'eclettico bassista dall'inconfondibile tocco funk Robert Trujillo (finirà anni dopo nei Metallica) e il batterista Jimmy DeGrasso. Al loro posto il bassista Josh Paul, il chitarrista Dean Pleasants (ancora al fianco di Muir) e il batterista Brooks Wackerman già ex Infectious Grooves.
Uscito nel 1999 su etichetta Side One, musicalmente si stacca e di molto dai diretti predecessori. Il disco è infatti un ritorno ad un hardcore più asciutto ed essenziale, privo di quei virtuosismi di chitarra e di parti funkeggianti che erano opera del duo George-Trujillo. Un disco che all'epoca fece arrabbiare e non poco i fan dei Suicidal del versante più thrash/groove, ma che al contempo fece esultare i fan più strettamente hardcore. Un disco dunque che divise e parecchio la critica dell'epoca. Un disco questo che dalla stessa critica musicale dell'epoca fu stroncato senza appello ma che secondo me è invece molto valido. Ovviamente come dicevo prima dipende molto da che lato lo si guarda, e anche dai propri gusti personali. Da fan dell'hardcore ovviamente posso dire che trovo il disco poco originale forse, magari un po monotono in alcune parti (soprattutto nelle parti vocali di Mike Muir, molto meno versatili di un tempo), ma carico di energia e voglia di ribellione. Nel disco sono presenti alcune delle tracce che mi hanno fatto conoscere ed amare i Suicidal (We Are Family e Cyco Vision su tutte), e altre canzoni affatto cattive come Naked, Hippie Killer e Half Way Up my Head.

Line up: Mike Muir (voce), Josh Paul (basso), Dean Pleasants (chitarra), Mike Clark (Chitarra), Brooks Wackerman (batteria)
Durata: 39:54
Etichetta: Side One
Anno di pubblicazione: 1999

Tracklist:


  • Freedumb
  • Ain't Gonna Take It
  • Scream Out
  • Half Way Up My Head
  • Cyco Vision
  • I Ain't Like You
  • Naked
  • Hippie Killer
  • Built to Survive
  • Get Sick
  • We Are Family
  • I'll Buy Myself
  • Gaigan Go Home
  • Heaven


lunedì 6 novembre 2017

Hobgoblins - La Stirpe da Estirpare (1988)

Pseudo-Gremlins all'attacco!


Gli Hobgoblin, ovvero la versione alternativa ai Gremlisn. Ho deciso di vederlo solo e unicamente per capire come fossero stati realizzati i piccoli mostriciattoli. Parliamone.
.
Il giovane Kevin viene assunto come guardia notturna presso dei vecchi studi cinematografici. Agli gli studi fa la conoscenza del vecchio custode McCreedy, il quale lo mette al corrente di una cosa: non entrare per nessuna ragione al mondo nella camera blindata. Il giovane Kevin all'inizio non capisce ma si adegua. Proprio la prima notte di lavoro di Kevin il suo collega McCreedy viene tenuto in ostaggio da un ladro. Kevin lo minaccia e il ladro fugge rifugiandosi proprio nella camera blindata. Kevin la aprirà lasciando fuggire i "pericolosi" Hobgoblin. 

La trama pressappoco è tutta qua. Niente di che dite? lo so ma non è colpa mia. Il film è piuttosto noioso c'è da dire, e onestamente per essere un horror non c'è nessun morto, e nemmeno nessuna scena ad alto tasso di tensione. Anzi il tutto risulta oltre che piatto anche piuttosto comico, involontariamente comico suppongo. I personaggi sono assolutamente inconsistenti. Il gruppo di amici che è vittima degli Hobgoblins è quanto di più odioso possiate immaginare: c'è Nick il presunto macho e Rambo del gruppo (ma che è solo un coglione); c'è Kevin che millanta l'avere una fidanzata, quando alla fine l'unica cosa che farà sarà telefonare ad un numero erotico; c'è Dafne la troietta del gruppo, e infine c'è Amy la fidanzata del protagonista, giovane ragazza per bene ma con aspirazioni da showgirl/troia.

La recitazione è davvero di basso profilo e non riesce a farti appassionare a niente. Non riescono mai a farti salire un brivido, a farti immaginare un qualcosa, o semplicemente ad essere naturali. Tutto appare molto ma molto forzato in questo film, dalle reazioni umane più semplici (es: paura) alle scene di combattimento con gli Hobgoblin, totalmente fasulle e che al massimo possono farti ridere fino alle lacrime (ed è comunque un pregio). 

Gli Hobgolin poi...cazzo gli Hobgoblin, dovreste vederli...in pratica sono dei pupazzi. Si avete capito bene, pupazzi. Avete presente quelli che si trovano nei negozi di giocattoli? Ecco quelli. Per carità mi hanno strappato più di una risata ma cristo santo sono più finti delle labbra di Alba Parietti! Non avrebbero spaventato nemmeno un bambino.
Gli Hobgoblin poi uccidono le proprie vittime entrando nella loro mente per renderne reali i desideri più inconfessati, per poi appunto ucciderle. Un'idea tutto sommato carina ma sfruttata male, in quanto di morti in 'sto film nemmeno mezzo.

Le scene di azione in questo film sono praticamente assenti, e quelle poche come dicevo sono totalmente prive di pathos. Come quando Dafne viene assalita da uno di loro, con lei che si rotola a terra tenendo in mano il pupazzo come se la stesse aggredendo. Stupendo. Io ci ho riso tantissimo.

E' un film noioso si ma volendo anche divertente perché non c'è niente che possa essere preso sul serio. Dai mostri alla recitazione, dalla regia all'atmosfera generale, è tutto così fasullo e forzato che due risate finisce per strappartele comunque, pur essendo sostanzialmente un film di merda. In conclusione è solo il tentativo patetico, e a basso costo, di fare qualcosa di simile a Gremlins (uscito quattro anni prima) per cercare di fare successo sfruttandone la scia. 

Ps: ho saputo che ne hanno fatto in sequel, forse me lo vedrò e ve ne parlerò..se avrò abbastanza fegato.

Titolo originale: Hobgoblins
Regia: Rick Sloane
Durata: 92 min.
Musica: Alan DeMarderosian

martedì 31 ottobre 2017

Yeti - La Leggenda Continua (1985)




Lo yeti più misterioso della storia.


Ho pensato che un film con uno yeti assassino mancava alla mia collezione, così ho voluto dare una possibilità a questo filmaccio. Com'è dite? seguitemi e tenterò di spiegarvelo.

Nelle paludi dell'Arkansas si aggira una creatura per metà uomo e per metà scimmione, uno yeti insomma. Uno sceriffo (non si sa bene chi però) chiama così in causa il professor Brian C. Lockhart, il quale dopo aver radunato una squinternata banda di colleghi, tra cui il quasi sempre a petto nudo Chuck e le due bonazze inutili Leslie e Tanya, si recherà nella cittadina di Texarcana per indagare sulla presenza del mostro.

Arrivati sul posto si accamperanno in una radura, dove però l'unico rischio concreto che correranno sarà quello di morire di noia, o per merito di un cane rabbioso.

La trama come potrete ben capire non è il massimo, non è approfondita e tutto sommato non è neanche minimamente interessante. Tanto per cominciare non si sa perche questa troupe di ricercatori universitari venga chiamata in questo remoto paesino dell' Arkansas, ne da chi visto che questo fantomatico sceriffo non si palesa mai. In seconda battuta direi che la suspence è totalmente assente. Voglio dire che di scene d'azione o perlomeno con un sottofondo vagamente horror non ce ne sono, zero assoluto. Il film scorre per la quasi totalità del tempo nel sentire il professor Lockhart disquisire sullo yeti, sulle sue abitudini ecc ecc...ma in verità lo yeti si vedrà tipo due o tre volte in un'ora e mezza di film. E dicci Alex com'è questo Yeti? Beh...ve lo direi se lo sapessi, nel senso che oltre a vedersi tipo due volte in tutto il film, anche quando si vede il massimo che ti lasciano intuire è la faccia, e a me ha dato la sensazione di un uomo con una maschera e un grande costume da gorilla. Nell'unico caso in cui si vede concretamente attaccare un essere umano da la sensazione di essere un pupazzo, nel senso che il tipo se lo ritrova addosso e cerca di renderlo vivo muovendosi, senza riuscirci ovviamente. 
Vi basti poi  sapere che l'unica scena dove la troupe va realmente nel panico è quella in cui vengono inseguiti da un cane rabbioso! dico seriamente eh. In un film con uno yeti il panico maggiore lo reca un fottutissimo cane rabbioso. Tirate da soli le vostre conclusioni..

La regia è pessima e con inquadrature talvolta talmente ravvicinate da farmi venire la claustrofobia. La recitazione è sotto la media, con reazioni umane spropositate sia in un senso che nell'altro. Voglio dire che vanno nel panico per un cagnetto, poi quando sentono l'arrivo dello yeti (senza che questo si veda) sembra filare tutto liscio o quasi. I personaggi poi sono totalmente ridicoli e  passano la maggior parte del proprio tempo parlando di una cosa che non si vedrà praticamente mai (lo yeti appunto).

In definitiva un film abbastanza noioso, senza pathos ne emozioni di qualsiasi tipo, se non al massimo la noia appunto. Un tentativo patetico di costruire un film a metà tra un documentario e un horror, che però non suscita nessun tipo di sentimento. Dovevano fare UNA cosa e cioè farci vedere quel cazzo di yeti, magari mentre uccide qualcuno perche no, e non sono riusciti a fare nemmeno quello. Credetemi mi sarei accontentato anche di un tizio con un costume da gorilla, sarebbe stato brutto si ma sempre meglio che doverselo immaginare lo yeti, o vedere un cazzo di pupazzo inanimato appiccicato alla schiena di una persona.

Regia: Charles B. Pierce
Durata: 91 min.
Musica: Frank McKelvey, Lori McKelvey

lunedì 23 ottobre 2017

Terrore su 4 Ruote (1990)


Quando l'orrore corre su strada (o dovrebbe farlo..)

Questo film inizialmente mi ha ispirato, ho pensato che con un assassino su quattro ruote ci sarebbe stata gente falciata brutalmente, inseguimenti e ansia alle stelle. Rimarrò deluso.

La storia ha inizio nella Copper Valley (che non so dove sia..) con Laura Mcenzie, madre di una bambina che si è trasferita fin lì da Los Angeles per far crescere la pargola in tutta sicurezza, lontana dalle tentazioni e dai pericoli della big city.
Nella Copper County però si aggira uno psicopatico su una berlina nera e sporca che rapisce le bambine, le uccide e poi le abbandona in giro.
L'assassino dopo aver ucciso un paio di prede inizierà a prendere di mira la povera Laura e sua figlia Stephanie.

Ok la trama è piuttosto corta lo so, ma purtroppo queste sono le uniche cose che il film fa capire. Non si sa chi sia l'assassino. Non si sa perché prenda di mira la povera Laura, anche se forse  è perché Laura è l'unica che cerca in qualche modo di contrastarlo. Non si sa cosa spinga lo psicopatico a rapire le bambine. Non si sa nulla insomma. Il film non spiega niente.
Le situazioni sono piuttosto banali, come nel caso della prima bambina rapita, la quale...casualmente...rimane col piede incastrato in un tombino mentre cerca di fuggire (e non ditemi che non era scontato, dai..). La tensione non si sente affatto, se non forse...e dico forse...nell'inseguimento finale di Laura al Killer. Ma anche qua l'inseguimento è così lungo che ben presto la tensione lascia lo spazio alla noia.
Gli altri protagonisti del film sono dimenticabili. Il detective Drummond ad esempio: compare nel film una volta, e non è di nessun aiuto. Poi semplicemente se ne perdono le tracce. Che senso ha avuto metterlo nella trama? Nessuno. 

Quello che mi sono chiesto per tutta la durata del film è: perché cazzo mettere un assassino in auto solo per fargli rapire delle bambine? Potevano metterci un semplice stupratore pedofilo e la cosa si sarebbe risolta nel più breve tempo possibile, ma soprattutto sarebbe stata molto più logica!
Volevano dare un risvolto inaspettato alla vicenda? Qualcosa di meno scontato di un tizio che in auto falcia chiunque? Può darsi, non lo so, sta di fatto che almeno per un'ora buona ho sbadigliato.
Vorrei potervi dire che le cose più belle del film sono gli inseguimenti che la madre di Stephanie fa a bordo del suo scuolabus truccato alla berlina, ma no..mi spiace nemmeno quelli sono memorabili.
A conti fatti non c'è niente di memorabile in questo film, niente! Nemmeno un effetto speciale (totalmente assenti, ovviamente visto il tipo di film), un qualcosa...niente, un fottutissimo niente.
La recitazione com'è? Piatta. La regia? Piatta anche quella. La sceneggiatura sembra scritta da una scimmia con l'emicrania, e onestamente non so se dirvi di guardarlo. Io l'ho visto perché ero annoiato e anche leggermente sbronzo, ma forse da sobrio lo avrei evitato.

In conclusione è un film che non mi sento nemmeno di definire "horror" perché di orrore non ce n'è nemmeno un po'. Potrei definirlo forse un thriller, ma un thriller parecchio noioso. Noioso per larga parte, e che per impostazione avrebbe dovuto essere sicuramente più avvincente. Il regista ha voluto fare qualcosa di diverso ma ha commesso l'errore di cadere nella banalità e nella noia. La trama per quanto banale si prestava benissimo ad un film con un alto tasso di ansia e di adrenalina, invece il tutto risulta piatto, prevedibile e sonnolento. Peccato.

Ps: Se voglio vedere gente falciata da un pazzo su quattro ruote dovrò tirare fuori Carmageddon e farmi una partita. Chi non lo ha mai giocato si è perso un pezzo di storia.

Titolo originale: Wheels Of Terror
Regia: Christopeher Cain
Durata: 85 min.
Musica: Jay Gruska

venerdì 13 ottobre 2017

Il Cacciatore di Teste (1991)


Teste che esplodono!


Ho letto la trama di questo horror e ho pensato "diavolo, un serial killer venuto dallo spazio profondo, per dare la caccia a degli ignari esseri umani? figo!" , e in teoria si è figo.

Il film si apre in quella che all'apparenza dovrebbe essere una navicella spaziale, anche se in verità è tutto bianco e non si capisce molto bene. Lì dentro troviamo un alieno, una specie di lucertolone spaziale con la testa che pare quella di una formica, e un non meglio identificato essere umano. Questo essere umano, di cui non sapremo mai il vero nome, altro non è che un efferato serial killer. L'alieno lo informa che è stato condannato (da chi e perché non lo sappiamo) e che per questo motivo subirà una mutazione genetica, e sarà rispedito sulla terra.
Sulla terra il killer in un primo momento si imbatterà in due cacciatori, padre e figlio, che credendolo a buon ragione vittima di un rapimento alieno, si offriranno di aiutarlo. I due però non conoscono la sua nuova natura, e poco dopo il nostro protagonista reciderà di netto la testa di uno dei due...ma solo dopo che la sua sarà esplosa in un bell'effetto splatter.
Verrà arrestato il figlio della vittima, creduto erroneamente colpevole, e una volta in carcere racconterà tutto a due poliziotti, i quali ovviamente non gli crederanno.
Ovviamente adesso il killer non è più un umano, è un alieno e come tale si comporta. Si trova infatti spaesato, si muove in una New York principalmente notturna, e popolata di barboni, spacciatori e prostitute. E si muove in maniera lenta, macchinosa, quasi come fosse una specie di zombie spaziale. Non conosce niente del mondo che lo circonda, e si comporta di conseguenza, cioè limitandosi a ripetere azioni e parole delle persone con cui viene a contatto.
Il nostro farà in seguito amicizia con un barbone, il quale prima lo aiuterà (es. portandolo alla missione per procurarsi un po di cibo), ma che in seguito diventerà una delle sue vittime.
Nella trama poi si inseriscono i due detective che daranno la caccia al killer, Charles Krieger e Diana Pierce (interpretata da Rae Dawn Chong, che ricordavo aver già visto in Commando, a fianco di Arnold Schwarzenegger), oltre che un delinquente e stupratore di nome Scully.

Allora che dire...beh non è proprio un horror a tutti gli effetti, diciamo un horror fantascientifico? se così si può dire. Il film non è noioso anche se a mio parere la trama lascia parecchio a desiderare. Tanto per cominciare non si sa chi sia il killer, e per quale motivo un alieno a caso lo abbia rapito, per poi condannarlo ad una mutazione genetica. Poi una volta sulla terra non si capisce quale sia il suo scopo, nel senso..perché è stato rispedito da noi? per una punizione? anche perché a conti fatti i suoi omicidi non hanno un senso, se non quello di sostituire periodicamente la sua testa.
Un'altra cosa che mi ha lasciato perplesso è la figura di Scully, delinquente della New York notturna e violenta, ed anche incallito stupratore. Mi lascia perplesso perché, fondamentalmente, non ha grande utilità all'interno del film. Mi spiego..se metti un personaggio, che comunque è ricorrente, devi dargli un perchè, uno spessore..qualcosa inomma. Alla fine serve solamente per tormentare la povera detective Pierce, e avrà una sua importanza (secondo me molto relativa) solo nel finale.

Per quello che posso capirne il film sembra piuttosto buono, sia a livello registico che di recitazione, e l'unica cosa che mi fa dire un grande "meh" è la trama. Come detto in precedenza, la trama lascia un po a desiderare..o meglio non è approfondita come dovrebbe, almeno secondo me. Le scene splatter non sono molte ma sono fatte abbastanza bene, anche si limitano soprattutto ai momenti in cui il killer mozza le teste altrui.

Nel film fa la sua comparsa pure una band heavy metal (gli Screw Heads) , chiaramente inventata, e che si porta dietro alcuni stereotipi sui metallari, come la stupidità generale, l'odio verso i genitori e il sadismo verso gli animali (vorrebbero infatti uccidere un cane e mangiarselo).

La scena cult:  la scena cult, secondo me, è quella in cui il killer stacca la testa ad un cane, la indossa, e così conciato attacca la band metal, uccidendone il cantante, per poi essere lui stesso ucciso (ma solo in apparenza) da un colpo di fucile.

Titolo originale: The Borrower
Regia: John McNaughton
Durata: 1h 27min.

giovedì 12 ottobre 2017

Spookies (1986)

Meglio non entrare in casa d'altri.


Diciamocelo, chi di noi da ragazzino non ha mai sognato almeno una volta, di entrare in una casa abbandonata per fare baldoria con amici? Io personalmente si, anche se dopo aver visto questo film sono quasi contento di non averlo mai fatto!

All'inizio del film vediamo un ragazzino di nome Billy aggirarsi di notte in una foresta, è infatti scappato di casa perché in apparente contrasto coi suoi, anche se non si sa per quale motivo. Billy incontra un losco figuro nascosto tra le frasche, il quale dopo avergli chiesto "del fuoco" per accendersi una sigaretta, verrà brutalmente ucciso.
Billy a questo punto si imbatte in una grande casa bianca, all'apparenza disabitata e dall'aspetto leggermente sinistro. Ovviamente finirà per entrare, perché giustamente "almeno dentro non sentirò freddo" dice, come se l'avere freddo fosse la cosa più brutta che potrebbe capitargli..
All'interno non c'è nessuno, ma solo una tavola imbandita come se si stesse festeggiando un compleanno..quello di Billy per l'esattezza. Ma chi ha preparato la tavola sapendo del suo arrivo? il padrone di casa ovviamente, un mago di nome Kreon. Billy dopo aver scartato il suo regalo, e averci trovato all'interno una testa mozzata, scapperà a perdifiato. Verrà inseguito nel bosco da una strana creatura, con la pelle blu e che emette versi da gatto. Billy morirà sepolto vivo di lì a poco. 
Più tardi giungeranno nei pressi della casa abbandonata sette ragazzi. Questi sette ragazzi ovviamente finiranno per entrare nella casa, dopo una litigata tra i due leader del gruppo, il saggio Peter e il bullo Duke.
All'interno una di loro (Clara) verrà posseduta dal perfido mago Kreon, che ha bisogno di vittime per poter riportare in vita la sua amata Isabel, la quale però non ha la  minima voglia di stare con lui. Sfigato..
Da qua si dipaneranno una serie di eventi che porteranno tutti i ragazzi verso morti più o meno atroci.

Devo dirlo questo film mi è piaciuto, però mi ha  anche spiazzato. Perché? perché ha alternato cose buone, anche molto, a cose che mi hanno lasciato pensieroso. Prima di tutto la trama, che a dirla tutta lascia un po a desiderare. I personaggi non sono molto approfonditi, primo tra tutti il protagonista del film, il mago Kreon. Chi è? perché vuole riportare in vita Isabel? e la povera Isabel come é finita sua prigioniera? Non si saprà mai, e per me questa è una grande pecca. 
Un'altra cosa che alla lunga mi ha stancato è questo infinito dualismo tra i due leader del gruppetto, Duke e Peter. Un dualismo che sfocerà poi nel litigio e nella rissa più inutile e scontata che ho visto di recente. Anche perché in una situazione simile, con mostri pronti ad uccidervi e che spuntano da ogni dove, è proprio necessario mettersi a litigare? dai su..
Anche la recitazione mi è sembrata, soprattutto quella dei ragazzi, a volte un po priva di mordente e piatta. 
L'altra cosa che non ho capito è la presenza nel film del povero Billy. A cosa serviva? solo per far vedere un altro poveraccio che muore senza motivo? non lo so. L'ho trovata piuttosto inutile.

Tra le cose buone metto sicuramente i mostri. Abbastanza credibili gli zombie, un po meno forse le creature, decisamente molto pupazzose e dai movimenti molto lenti e macchinosi. Ma d'altronde da un film di serie B non ci si può aspettare di meglio, per cui alla fine va bene.

Le scene cult di questo film sono essenzialmente due: la prima è senza dubbio la morte del povero Rich, il buffone del gruppo. Rich infatti viene tratto in inganno da una bella demonessa, la quale lo attira in una stanza per poi intrappolarlo in una grande ragnatela. Ma la cosa bella non è questa, bensì la trasformazione della demonessa in ragno! davvero molto figa.
La seconda scena cult è quella posta sul finale, ovvero l'inseguimento ad Isabel da parte di un nutrito gruppo di Zombie. Bella perché gli zombie sono a mio avviso abbastanza credibili, e le inquadrature convulse rendevano abbastanza bene il senso di panico che Isabel stava provando.

Regia: Eugene Joseph, Thomas Doran, Brendan Faulkner
Durata: 85 min.

domenica 8 ottobre 2017

Spiaggia di Sangue (1981)


Mi è passata la voglia di andare in spiaggia..


Sulla spiaggia di Santa Monica, in California, succedono cose strane. La gente scompare, come risucchiata da qualcosa pronto a trascinare le ignare vittime sotto la sabbia.
Fondamentalmente è questa la geniale trovata dietro questo film del 1981. Sabbia killer? che idea panzana! però tutto sommato questo ha stimolato la mia fantasia, e mi sono detto che poteva essere una buona idea dare un'occhiata a questo horror.
Prima impressione? la pessima qualità video. Purtroppo non ho potuto reperire niente di meglio, ragion per cui me la sono fatta andare bene così. Ma andiamo oltre.
Il protagonista della vicenda è Harry Caulder, un atletico agente della portuale, col vizio di andare a lavoro a nuoto (e no, non fate domande..). Sarà proprio in una tranquilla mattina d'estate che l'incubo avrà inizio. Sarà la scomparsa della madre di Catherine Hutton,  una ex fiamma di Harry, a far scattare l'allarme, ed a mettere in allerta la polizia di Santa Monica. Saranno soprattutto due i detective incaricati di dare un senso a queste scomparse: l'irriverente sergente Royko (interpretato da Burt Young, già noto per essere il Paulie Pennino della serie di film di Rocky), e dall'agente di colore Piantadosi...si di colore, con un cognome evidentemente italiano, e che i colleghi chiamano affettuosamente (?) "blackie"...con poca originalità aggiungerei..
Le scomparse si susseguiranno una dopo l'altra, fino a quando a scomparire non sarà la fidanzata di Harry, Marie.

Dopo aver a grandi linee snocciolato la trama, parliamo adesso dello svolgimento del film, e di alcune cose che come al solito mi hanno lasciato con un bel punto di domanda sopra la testa. La prima cosa, che mi è saltata all'occhio fin dalle prime battute, è la presenza misteriosa e leggermente inquietante della signora Selden, una barbona che bazzica abitualmente la spiaggia. Ad inizio film, quando la madre di Catherine era già scomparsa da giorni, la barbona le si avvicina e la avverte di stare lontana dalla spiaggia. Perché? la donna sa qualcosa? in che rapporti è con quella...cosa..o persona..che risucchia la gente per poi ucciderla? non si sa. Non si saprà mai a dire il vero.

L'altra cosa, che a dire il vero più che lasciarmi perplesso mi ha fatto incazzare, è che quando la fidanzata di Harry scompare lui non va a cercarla. NO. Il suo primo pensiero quale sarà stato mai? ve lo dico subito: andare dalla propria ex per una cenetta romantica. Idiota.  Normalissimo no? chi di noi non si comporterebbe così vedendo la propria fidanzata non presentarsi ad un appuntamento..
Idiota (x2)

Un'altra grande pecca di questo film, e bella grossa, è il finale. Parliamone: tu stai per un'ora e un quarto ad aspettare di scoprire cosa fosse questa entità misteriosa che trascina la gente sotto la sabbia, e finalmente quando essa compare...fanno saltare in aria tutto, senza darti modo di capire chi diavolo sia, o cosa diavolo fosse. Scelta geniale degna dei migliori registi.. (sono ironico se non si fosse capito..)

L'orrore in questo film è relegato negli ultimi 20-25 minuti, non di più, ed è un vero peccato perché secondo me l'idea in se poteva avere un potenziale. Purtroppo non è stato sfruttato e come se non bastasse questo, ti hanno pure sputtanato il finale. Ottimo.


Titolo originale: Blood Beach
Regia: Jeffrey Bloom
Durata: 1h 25min.