giovedì 30 ottobre 2014



Stavo iniziando a prendere degli psicofarmaci, per cercare di fermare quelle cazzo di allucinazioni, e all'inizio sembravano funzionare, tanto che per qualche giorno tornai a vivere "normalmente". Avevo iniziato ad uscire con gli amici, e sembravo tornato l'Adam di un tempo. Ma avevo esultato troppo presto, infatti una sera, mentre stavo comodamente sul mio divano a leggere, vidi uscire dalla cucina un numero otto "oh merda! ancora?" esclamai sconcertato. Niente, ci ero ricaduto, sembrava che nulla funzionasse. Andai in cucina, presi un bicchiere d'acqua e ingerii un paio di quelle pillole, poi mi misi le mani sul volto, come per non vedere quel numero otto che ballava sul tavolo
"sono otto, e faccio il bottooo. otto, otto ottoooo. botto, botto, botooo" canticchiava, insomma stava facendo un vero e proprio numero da cabaret
"basta, basta! vatteneee!" urlai
Ma no, non se ne andò, rimase li per interi, interminabili, minuti. Ballava, cantava, saltellava, insomma era una vera e propria rottura di palle. Come non bastasse lui ad un certo punto  mi si siede accanto Marylin Monroe "finalmente un'allucinazione degna di essere vista!" dissi io
"ciccio non ti esaltare, tanto non te la dò" disse lei
"eddai Marylin! non fare la preziosa"
"sto cercando John"
"John chi?" chiesi
"Kennedy. lo hai visto?"
"è morto da un pezzo, e anzi a dire il vero saresti morta pure tu" dissi io
quando ad un certo punto spuntò proprio kennedy! "ehi! che morto, io sono vivo!" esclamò
"ohh John, amore mio!" disse Marylin, alzandosi dal tavolo e correndogli incontro
"forza pupattola, le Hawaii ci attendono. addio sfigato!" disse Kennedy. Poi sparirono, e io inziai a ridere come un cretino, anche se non so esattamente perché. Ero rimasto solo, con quel dannato numero otto canterino che non voleva smettere di rompere le palle "smettila! mi dai sui nervi, cazzo!"
"sono otto, otto, ottoooooooo"  continuava, così andai in camera, aprii l'armadio e vi trovai una pistola. Scesi al piano di sotto e sparai a quel dannato numero otto! gli sparai una marea di pallottole, ma niente, lui era sempre li. sempre. Il rumore degli spari aveva allarmato i vicini, sentii suonare il campanello, andai ad aprire ed era Heather "ehi Adam! ma che cavolo succede qua? ho sentito degli spari" chiese preoccupata. Io crollai a terra in lacrime "heather non ce la faccio Più!" dissi piangendo. Lei mi abbracciò "su su, stai tranquillo, adesso ci sono io" disse. Mi portò in camera, mi fece stendere sul letto e mi disse "non ti lascio solo"
"grazie.." sussurrai
Mi addormentai. Sognai di essere in un'enorme padella, con delle uova giganti che mi guardavano "tu! tu Adam sarai punito!" disse una di loro
"perché? cosa ho fatto?" chiesi
"hai ucciso migliaia di nostri concittadini, tra cui mio figlio!" urlò punzecchiandomi con uno stuzzicadenti
"ma no, non l'ho fatto. lo giuro! io...io..stavo solo mangiando!" 
"E noi mangeremo te!" disse, poi urlò "accendete i fornelli!"
Cominciavo a sentire un caldo insopportabile, stavo letteralmente cuocendo in un insulso olio per fritture. A cottura terminata fui messo in un'enorme vassoio di porcellana e portato in tavola. Una tavola enorme, rotonda, piena di uova giganti con l'acquolina in bocca, e armati di forchetta e coltello "e adesso abbuffatevi!" disse una di loro. Iniziarono a prendere pezzi di me, e  a mangiucchiarmi, mentre io urlavo e imploravo pietà. Mi svegliai urlando, ero tutto sudato e tremavo come una foglia. Arrivò Heather "Adam! che succede, stai tremando"
"..anf..anf..ho fatto..anf...un'incubo tremendo.." dissi con un filo di voce
Si mise seduta vicino a me, asciugò il sudore dalla mia fronte,e parlammo.


mercoledì 29 ottobre 2014

Rancid: Honor Is All We Know (2014) - Il ritorno di Tim, Lars, Matt e Branden


I Rancid! quanto li ho amati, e quanto li amo ancora. I Rancid sono un pezzo della mia adolescenza, al pari dei Ramones, dei Misfits, dei Black Flag ed altri, e ritrovarli nel 2014 con un'ottimo disco e senz'altro una grande notizia, almeno per me.
Li avevo lasciati nel 2009 con un disco, Let The Dominoes Fall, che non mi aveva entusiasmato, pur non essendo certo da scartare. Nel 2014 tornano con Honor Is All We Know, un disco davvero bello, a mio modestissimo parere. Non mi aspettavo un gruppo così in forma dopo tanti anni di attività. Il disco è bello, non stanca, e le canzoni sono tutte più o meno godibili; tra quelle che preferisco Raise Your Fist, Evil's My Friend, la title-track e Collision Course.
Rancid 2014
L'album è abbastanza vario e per nulla noioso, le canzoni si alternano tra tipiche bordate hardcore, canzoni più cadenzate e con richiami al solito Reagge, sempre caro ai Rancid, e anche all'Oi. Insomma per chi ama il punk rock secondo me è un disco da ascoltare assolutamente. Io lo amo già, ma forse sono di parte.
Qualcuno non di parte potrà dire "sempre la solita solfa", può anche darsi, ma a volte meglio una solita solfa fatta bene, che qualche esperimento mal riuscito.


martedì 28 ottobre 2014


C'è stato un incendio nel settore 14 del mio cervello, il fumo mi usciva dalle orecchie, e potevo sentire distintamente la sirena dei pompieri. I miei occhi bruciavano come se mi fossi strofinato con l'acido, avevo la gola secca, più desertica del deserto del sahara, e avevo così fame che lo stomaco faceva contatto con la spina dorsale. 
In cucina seduto al tavolo c'era ancora Freud col suo dannato panino, mi sedetti vicino a lui, e vedendomi in quello stato lui si mise a ridere "ragazzo sei proprio conciato da schifo" mi disse, "che ti è successo?" domandò
"bho...e che ne so? non ci sto capendo più nulla.." risposi
"raccontami"
"non so...prima son stato inseguito da testimoni di Geova armati, poi son finito in un spermercato, e infine all'interno di uno scenario post-atomico"
"wow, certo che ne hai di problemi" disse, addentando quel dannato panino
Mi feci un panino pure io, poi me ne andai in camera mia e mi buttai sul letto. Dopo un po' sentii un rumore, come se qualcuno stesse scavando, aprii gli occhi e vidi due gnometti sopra il mio stomaco, intenti a scavare "ehi! ma che diavolo..." esclamai
"we ciccio, silenzio. stiamo lavorando" disse uno di loro, con un casco giallo da minatore sulla testa
"smettetela di scavarmi lo stomaco!"
"ci è stato ordinato di farlo, e lo facciamo." ripeté lo gnometto
Poi l'altro gnomo salì sul mio sterno, e si mise a fissarmi fumando un sigaro cubano "stiamo cercando la radice dei tuoi problemi, amico". Io ero talmente sfinito che non cercai nemmeno di contrastarli, mi lasciai cadere con la testa sul cuscino, mentre loro continuavano a scavare, cantando orrende canzoncine in una lingua a me sconosciuta. Il silenzio fu rotto solo dal solito Joe Strummer, seduto alla scrivania, intento a strimpellare, gli dissi di smetterla ma lui rispose "non posso, perché Charlie Don't Surf"
"eh?"
"sai no, siccome I Fought the Law"
"smettila di parlare per titoli di canzoni, ti prego." gli chiesi
"Brand New Cadillac, man. relax"
"Joe ti prego, sei il mio idolo, non mettertici anche te a farmi impazzire. dammi una mano" implorai
"senti Adam, Should I Stay or Should I Go. I go. bye bye." disse dirigendosi in corridoio e poi scendendo le scale. Visto che non riuscivo a dormire accesi la tv, anche per distrarmi dalla visione dei due gnomi scavatori. La tv sembrava non funzionare, girai mille canali ma erano tutti oscurati, ne trovai uno solo funzionante, sul quale era in onda un tele predicatore: "se vuoi liberarti da Satana, da tutte le tue angosce, allora mandami un'assegno con tutti i tuoi soldi, e l'atto di proprietà della tua casa. più un litro di sangue, e sarai libero. per sempre" disse lui con tono parecchio enfatico
"che fottuto ladro di merda" pensai tra me e me
"fottuto ladro a chi??" rispose lui
"a te!" dissi io "a te che ti approfitti dei poveracci, con una mente plagiabile!" 
"Adam, lo so che stai male. mettiti nelle mie mani, e io ti libererò!" disse
"non ci penso proprio! sei un ladro"
"ah si? bene, continua a vivere coi tuoi demoni allora. ciao" disse, e se ne andò lasciando il canale completamente vuoto, così ripresi a fare zapping. Beccai poi un programma di cucina "prendete la vostra donnola, squartatela con un coltello, e friggete le sue budella. poi prendete il suo cervello e tagliatelo a fettine sottili" disse lo chef, che sembrava in apparenza un tipo normale
"bleah...che schifo!" esclamai io, preso da un conato di vomito
"ehi amico, vengo mai io a criticare quello che cucini?" disse
"io non so nemmeno cucinare amico, campo a panini" risposi
"e allora sta zitto! questa è cucina d'alto livello. non puoi capire" disse lui stizzito
"boh...se lo dici tu.." e cambiai canale. Poi spensi la tv perché ero stufo marcio di discutere con personaggi del piccolo schermo, così mi misi a fissare il soffitto. Erano tornati quei dannati numeri otto ovunque, uno di questi numeri iniziò a parlarmi "lo sai Adam, l'otto è importante"
"tipo?" chiesi
"l'OTTOvolante, OTTOmano, OTTObre, lOTTO, mOTTO, rOTTO. insomma facci caso, l'otto sta ovunque Adam. fatti qualche domanda."
"senti sono giorni che mi faccio domande, e non trovo risposte." dissi
"forse sono le domande sbagliate, Adam." disse lui. Poi smise di parlare, e io rimasi li a pensare "le domande sbagliate? che voleva dire? bho..."

domenica 26 ottobre 2014


Camminavo tranquillamente per il viale principale, quando mi trovo davanti due persone, un uomo e una donna: erano dannatissimi testimoni di Geova. Mi fermano, e la donna mi domanda "salve! lei ha Dio nella sua vita?"
io la guardai con disprezzo "si, ho tutta la sua discografia, compresa quella coi Sabbath" dissi. Lei ovviamente non la prese sul ridere "in Geova potrebbe trovare tutte le sue risposte, possiamo lasciarle un opuscolo?" disse, con quella voce fastidiosamente nasale, "no, grazie." tagliai corto io, e ripresi a camminare.
Mentre mi allontanavo sentii un "John, prendi l'infedele!", così mi girai di scatto e l'uomo aveva tirato fuori dalla borsa un dannato fucile a pallettoni; scappai, con loro che mi correvano dietro come ossessi, tenendo sempre in mano quel fucile. Mi infilai in un vicolo che all'apparenza era senza uscita "sono fregato" dissi "ah ah eccolo! la porteremo da Geova, con le buone o con le cattive!" disse il simpatico ragazzo, con un malevolo ghigno sul volto.
"ehi ehi, calma ragazzi! ragioniamo" dissi, cercando di calmare la furia omicida dei due
"no, lei verrà con noi. il grande Geova la attende nella sua torre di guardia!"
"ma ci sono tante altre persone la fuori, perché proprio io?"
lei ha problemi,  lei è ossessionato. dobbiamo liberarla""
"sentite, mi libero da solo"
D'un tratto dal muro dietro di me si aprì una fessura, e una mano mi prese per la giacca e mi trascinò dentro. Ero all'interno di un supermercato vuoto, senza clientela insomma "ehi amico, non so chi sei, ma grazie per avermi salvato da quei due pazzi scatenati" dissi al commesso
lui mi guardò stranito "ma di che stai parlando?" disse
"non sei stato tu a trascinarmi qua?" "sai la mano uscita dal muro ecc ecc" dissi
"continuo a non capire, ma se vuoi comprare qualcosa ok, altrimenti vattene." tagliò corto
"boh...non capisco" dissi, grattandomi la testa 
Feci un giro per i vari reparti, perché avevo fame e già che ero li avevo deciso di comprarmi qualcosa da mettere sotto i denti, e mentre mi trovavo nel reparto dei dolciumi sentii una voce "psst Adam!"
"chi? dove?" dissi guardandomi attorno, ma non vedevo nessuno
"Adam! da questa parte!" 
"ma dove? e chi sei?"
"nel magazzino, Adam"
La voce proveniva dal magazzino, aprii la porta e una volta dentro mi ritrovai in un posto che sembrava familiare: ero al parco. Ero arrivato li entrando nel magazzino di un supermercato...nel quale ero stato catapultato da una fessura su un muro. Tutti quei cambi repentini di scenario mi stavano facendo venire il mal di testa. Davanti a me uno scenario come post-atomico; edifici distrutti, morti ovunque, cielo color arancio e un forte odore di morte, quando d'improvviso mi si avvicinano due soldati "forza ragazzo, devi venire con noi" disse uno di loro, mettendomi addosso una maschera anti-gas "e tieni sempre addosso questa maschera, o rischi di morire anche tu" aggiunse. Mi prese per un braccio e mi trascinò via.
Arrivammo in un enorme edificio, l'unico che apparentemente sembrava rimasto illeso. Una volta dentro uno dei due soldati mi accompagnò in una sala al secondo piano. Dentro questa sala solo un tavolino, e due sedie "adesso siedi qua, e aspetta"
"chi devo aspettare?" domandai
"aspetta che la guerra al tuo interno sia finita" disse, poi chiuse la porta, se ne andò e io rimasi li da solo
Non capivo "la guerra al mio interno?" pensai, e che voleva dire? non lo sapevo. Rimasi li per quelle che a me sembrarono ore, molte ore. Stavo per addormentarmi, quando suonò una specie di allarme, e dall'altoparlante posta sopra la porta sentii un annuncio "la guerra è persa! truppe distrutte! ritiro!"
"ma che diavolo.." dissi. poi ci fu un'enorme esplosione, e io persi i sensi.
Mi svegliai tutto frastornato, con un'enorme mal di testa e uno strano bruciore agli occhi. Ero in bagno, tutto nudo, dentro la vasca da bagno.

venerdì 24 ottobre 2014


"sveglia pelandrone!" , aprii gli occhi, e vidi Capitan Findus di fianco a me, seduto sul tavolinetto posto vicino al divano. Aveva la pipa in bocca, e mi fissava "..lasciami dormire.." dissi, biascicando le parole "non puoi, devi provare i miei bastoncini di pesce al gusto Calimero, aaaarrrrr", guardai l'orologio e sbadigliai,  "..sono le undici di sera, non ti pare un po' tardi?",  "e poi ho sonno...tanto.." 
"aaarrr, ti va di accompagnarmi in una straordinaria avventura attraverso i settordici mari?, aaaarrr"
"NO!"
"verso i settordici mari, e oltre!" esclamò alzando la pipa al cielo. Mi misi seduto, mi strofinai gli occhi, sbadigliai ancora, "senta capitano" dissi
"dammi pure del tu, chiamami Fin, sai diminutivo di Findus. aaaarrrr"
"ok...Fin.." "senti...Fin...anche tu vedi le pareti piene di numeri otto?" chiesi
"non so di cosa parli, ragazzo. aaaarrrr" rispose lui facendo un tiro dalla sua pipa di legno "ma adesso devo lasciarti. sta arrivando Rubber, e andremo alla ricerca del tesoro del pirata Testa di Manzo!"
"il pirata chi?" 
"Testa di Manzo, il terrore dei settordici mari, è famoso aaaaarrr"
"beh buon viaggio allora"
"addio ragazzo! aaarrr" disse lui, alzandosi dal tavolinetto. Entrò nello sgabuzzino e sparì. Tutto indolenzito e assonnato decisi di recarmi in cucina, avevo comunque bisogno di mangiare qualcosa, ma il frigo era ancora lì, intento a ballare il rock. Tentai di aprirlo per poter prendere due uova "ehi coso, stai fermo un secondo!" gli urlai
"giammai! nessuno può fermare il rock, baby!" disse lui
"oh santamadonna! devo prendere solo due uova"
"nessuno può comandarmi! sono un ribelle! yeeeah"
"ma che cosa diavolo stai dicendo, sei solo un cazzo di elettrodomestico!" "..e anche piuttosto vecchio.."
"dai Adam, balla con me!" e in sottofondo sentii partire una canzone, era Johnny B. Goode, di Chuck Berry "ehi, ma questa musica da dove esce?" chiesi al frigo
"amico, c'ho il ritmo nel sangue.IO"
"tu non hai sangue! sei un maledetto elettrodomestico!", dai suoi fianchi spuntarono due braccia, con delle mani ornate da guanti di pelle senza dita. Mi prese per mano "dai balliamo, woooo!", così ballai, anche se non so per quale motivo. La cosa stava diventando divertente, ma dopo un po' che ballavamo il frigo tornò al posto suo, e io potei farmi due uova. Finalmente. Presi le uova, le spaccai e sentii una vocina "ahia!" "mi hai fatto male, idiota!"
"scusa, ma come posso cucinarti senza romperti?"
"non mangiarmi, semplice. poteri ucciderti col colesterolo"
"ma sta zitto va, non mi freghi."
Spaccai quelle dannatissime uova, e mi preparai una gustosa frittata. Mentre mangiavo continuavo a vedere quei fastidiosi numeri otto ovunque, persino sulla frittata stessa. Ero seduto che mangiavo, ma non facevo che pensare alle mie allucinazioni, quando ad un certo punto, non so come, mi son trovato catapultato in una landa desolata. Era un luogo desertico, con solo sassi, sabbia e qualche cactus di tanto in tanto, "ma dove diavolo sono" pensai, e mentre lo pensavo mi venne incontro una volpe, mi si avvicina, mi annusa e poi "ciao Adam, ti stavo aspettando" disse
"ci conosciamo?" chiesi
"io ti conosco, tu non conosci me, ma soprattutto non conosci te stesso"
"chi sei? e che ci faccio qua? io stavo mangiando, e poi pufff"
"ti sei chiesto il perché di quello che ti accade?" mi chiese lui guardandomi fisso
"sono giorni che me lo chiedo" risposi grattandomi la testa
"seguimi" disse iniziando a camminare. Lo seguii, ma in quel posto faceva maledettamente caldo, e io stavo iniziando a soffrire "non avresti un po d'acqua, amico?" chiesi io, un po' sofferente "no, mi spiace. devi soffrire, Adam" disse lui, senza mostrare un pizzico di umanità.
Dopo aver fatto parecchia strada arrivammo in prossimità di una grotta, la volpe mi disse di entrare, e che se fossi arrivato in fondo avrei capito molto di me stesso. Entrai, era tutto buio, mi misi a camminare in quell'oscurità facendo affidamento sul mio sesto senso, e sulle mie mani. In quel buio vedevo solo dei flash della mia vita passata. Momenti di felicità di quando ero bambino, l'incidente in cui rimasi coinvolto, e in cui morì mio padre, la mia adolescenza ribelle, i problemi a scuola, la droga, che comunque mi ero lasciato alle spalle. Non capivo cosa mi stesse succedendo, però iniziavo a sentirmi stanchissimo, e ad un tratto crollai. Quando mi svegliai ero mezzo nudo, sulla soglia di casa. Mi trovò la mia vicina, Heater "ehi Adam, ma che ti è successo?" chiese lei tutta preoccupata. Avrei voluto rispondere, ma non riuscivo a parlare. Heater mi prese, mi mise sul divano e si sedette di fianco a me. Rimase li per ore, finché non mi ripresi. Quando tornai in me le raccontai del sogno che avevo fatto, sempre che di sogno si trattasse "...e poi entro in questa caverna, e dopo un po crollo."
"io so solamente che eri mezzo nudo sulla soglia di casa" disse lei, guardandomi coi suoi bellissimi occhi verdi
"non so cosa mi sta succedendo Heater."
"ti droghi ancora?" mi domandò
"NO! assolutamente no, te lo giuro. ho smesso con quella merda!" urlai io
"..ok" disse, "sai..a volte sento che parli da solo.." "..le mura sono di cartone" disse ridendo
"crederai che sono un pazzo, vero?"
"quello l'ho sempre pensato ahaha"
"ehi ehm, adesso devo andarmene, ho i miei a casa e sai.."
"si si tranquilla, vai" le dissi, sorridendo
"sicuro che posso lasciarti solo? non è che poi ti ritrovo nudo sul tetto ad ululare, tipo lupo mannaro?"
"spiritosa, davvero." "comunque no, vai tranquilla"
Mi abbracciò affettuosamente, poi se ne andò. Heater, l'avevo amata molto, anche se lei non lo ha mai saputo, e averla vicina, dopo tanto tempo, mi diede una bellissima sensazione. Iniziai a pensarci su "e se fosse lei la mia cura? " poi mi addormentai di nuovo, sempre sul divano.

giovedì 23 ottobre 2014


E così ero tornato a casa in tutta fretta, mi ero chiuso dentro, con le tapparelle abbassate, e li nel buio cercavo di trovare un po' di pace. Avevo messo su un disco dei Clash, la voce di Joe Strummer riusciva per un attimo a distrarmi dalla merda che avevo intorno, e a non farmi pensare alle mie cazzo di allucinazioni, quando d'un tratto suonò il campanello, andai ad aprire ed era quel minchione di Jason "ehi Jason, che diavolo ci fai qua?" dissi io aprendo la porta
"ehilà bello!" disse lui, "niente, passavo di qua, e siccome non ti si vede in giro da un pezzo, ho pensato di venire a vedere se eri vivo"
"già..sai non sto in un gran periodo.."
"e lo vedo, cazzo hai 'na faccia, amico"
"...se ne avevo due ero un fenomeno da baraccone.."
"ehi, che ti andrebbe di venire a pesca con me?"
"ma se non hai mai pescato in vita tua" risposi, ridendo in faccia al povero Jason
"lo so, lo so. è morto mio zio, e mi ha lasciato tutto un set da pesca, e cosi volevo sfruttarlo"
"non poteva lasciarti dei soldi?"
"quelli se li è beccati quella troia strafatta di mia cugina ahahaha" "dai andiamo, ti farà bene un po' d'aria fresca" disse lui mettendomi una mano sulla spalla
"..vabbe, andiamo.." dissi io non tanto convinto della cosa.  Ci avviammo verso quel delizioso laghetto dall'altro lato della città...anzi, non era un delizioso laghetto, che cazzo sto dicendo? era solo un'enorme pozzanghera inquinata, nella quale dubito ci fossero pesci. Arrivammo lì verso le due del pomeriggio, ci sedemmo, preparammo la canne e gettammo le lenze. Non abboccava niente, ma almeno lì nella quiete della natura stavo meglio, anche se Jason era il solito rompicoglioni. D'un tratto la mia canna inizia a vibrare, avevo preso qualcosa! così tirai su la lenza, o almeno ci provai, perché il pesce tirava, tirava e alla fine non so come fui risucchiato nel lago.
Ero sott'acqua, e incredibilmente riuscivo a respirare e a parlare. Il pesce che avevo preso si toglie l'amo dalla bocca "amico, ti pare giusto?"
"cosa? stavo solo pescando per passare un po' di tempo"
"e io stavo cercando mio figlio, Nemo"
"ma che Nemo e Nemo, tu non sei un pesce pagliaccio"
"ah no? senti questa: cosa fa una formica su un cumulo di zucchero?"
"...ehm..boh..cosa fa?"
"la settimana bianca! auahauahauahau"
"...." 
"eddai! era divertente, quindi vedi che sono un pagliaccio" 
"no, sei deficiente. è diverso"
"ehi Adam, ma con chi cazzo stai parlando?" era la voce di Jason, 
"eh? cosa? chi?" dissi io un po' frastornato
"Adam, eri li fisso con lo sguardo nel vuoto e parlavi da solo" disse lui con sguardo preoccupato
"J. credo di non sentirmi bene...mi sa che vado a casa.."
"rimettiti Adam, e fatti sentire brò" disse dandomi una pacca sulla spalla.  Niente vedevo sempre cose strane, vivevo situazioni al limite dell'assurdo, e sembrava non esserci via d'uscita. Mi stesi su un prato ammirando il cielo, era una bellissima giornata autunnale, e nemmeno troppo fredda. Mentre ero li disteso vedo passarmi davanti Solid Snake "ehi shhh, non farti sentire, sono in missione" disse,
"ma va? e quando non lo sei.." risposi io, ormai abituato a quelle visioni assurde. Poi fu il turno di Super Mario "ehi ragazzo, hai mica visto la principessa Peach?"
"no, ma poi che cazzo la salvi a fare? tanto non te la da.."
"già...me lo domando da anni. tutte le volte dico oggi non ti salvo, poi lo faccio" disse sconsolato
"è la figa, Mario" dissi
"Toad poi è una merda, se la fa con Yoshi alle mie spalle, e Luigi è diventato gay. Ieri l'ho beccato a letto con un Koopa"
"nahh, giura?"
"vabbe ragazzo, ti lascio. se hai problemi con le tubature, o con qualche principessa da salvare, magari una un po troia, chiamami" disse saltellando via
"uff....oggi è il turno dei videogame. adesso chi salterà fuori?" esclamai, poi decisi di alzarmi e andare a casa veramente.
Aprii la porta, mi buttai a corpo morto sul divano, e mentre ero li vedevo in giro per casa ogni genere di stranezza: numeri otto su tutti i muri, Mastro Lindo e Amuchina che pomiciavano in un angolo, i miei soldatini che si facevano la guerra, Joe Strummer seduto di fianco a me a strimpellare con la sua chitarra, Freud al tavolo in cucina intento a farsi un panino col salame, il mio frigo che ballava a tempo di rock 'n roll. In un certo senso tutta questa situazione cominciava ad essere anche divertente, tanto che vedendo quelle scene mi misi a ridere e pensai "cazzo, sono veramente fuori, come un dannatissimo balcone".


mercoledì 22 ottobre 2014



"la gente mi fa schifo, è ufficiale. Sono tutti così superficiali, ipocriti, falsi, tutti fatti con lo stampino. Stessi vestiti, stessi accessori, stessi gusti di merda su tutto, cervelli infiacchiti da anni di tv, e da politici senza cervello. Mi sento un alieno in questo mondo, e oltre a tutto questo, ci sono anche queste dannate allucinazioni che non mi danno tregua. Sono sfinito, ma devo cercare di sopravvivere a loro, e al mio cervello, che lentamente sta diventando una grigia pappa senza gusto"
Questo pensavo, mentre mi incamminavo per andare a ritirare il mio sussidio di disoccupazione, l'unica cosa bella nella mia vita merdosa, lo stesso sussidio che avrei bruciato in due settimane, soprattutto in alcolici e schifezze.
Guardavo storto chiunque mi si parasse davanti, non volevo parlare con nessuno, perchè ultimamente mi sembravano tutti fuori di cervello. Alzando lo sguardo verso la vecchia torre con l'orologio, per vedere che ora fosse, vidi Donkey Kong arrampicarsi, si girò verso di me "amico, sono troppo grasso e vecchio per questo", io cercai di non dargli peso, sorrisi amaro e tirai dritto, verso quello stramaledetto ufficio.
Arrivai all'ufficio, e come al solito c'era una fila dannatamente lunga. Poveracci, sfaticati come me, e tanta altra gentaccia. Un tizio davanti a me, vestito di stracci, si girò verso di scattp, mi guardò biascicando una dannata gomma "hey, lo sai, mio nonno era un alpino di mare"
"che cazzo stai dicendo?"
"sciava sul mare, era bravo, sai? un mito, vinse la medaglia di caucciù alle olimpiadi estive, in Dicembre"
"senti coso, fai la fila, e zitto."
"asociale!" esclamò
"bah..."
Pian pianino la fila si fecesempre più sottile, e io non vedevo l'ora di ritirare quel dannato sussidio, e svignarmela, perché ne avevo già piene le palle. Finalmente arrivò il mio turno, mi avvicinai allo sportello, dove ad attendermi non c'era la solita impiegata, Doris, ma un altra; mi squadrò dal basso verso l'alto, si infilò un paio di occhialini con la montatura rossa, e leggendo un foglietto mi disse "che lo hai un lavoro, bello?"
"ovvio che no, altrimenti perché sarei qua?" risposi io
"hmmm...qua vedo che non hai fatto abbastanza flessioni stamani, non posso mollarti il sussidio. il prossimo!"  ulrò lei, con una voce fastidiosamente stridula
"ehi ehi, che cazzo c'entrano le flessioni?? dammi quel cazzo di sussidio!" le urlai
"ehi calmo, altrimenti chiamo il grande capo Corn Flakes, e ti faccio buttare nel latte bollente"
non sapevo se erano le mie allucinazioni, o se era impazzita lei "senta, davvero, ho bisogno di quell'assegno"
"firma qua, cocco, e avrai quel dannato sussidio" disse
Firmai, presi il sussidio, e me la diedi a gambe levate. Cercai una via poco trafficata, così presi la strada che costeggia il fiume che attraversa la città, di solito un posto poco trafficato alle nove di mattina;  Un barbone mi chiamò "hey tu, con la cresta!"
"dice a me?" risposi
"si giovanotto, dico a te, avvicinati"
"beh? che vuoi da me?"
"non ti fa schifo questa vita? sei senza un lavoro, odi tutto e tutti, vivi con quel cazzo di sussidio, e le tue allucinazioni non ti danno tregua"
"ha parlato quello ricco. tu vivi lungo un fiume, e dormi nel giornale di ieri", "e poi.. tu come diavolo fa a sapere tutto questo? come sai delle mie allucinazioni?"
"so molte più cose di quelle che dovrei sapere..." disse volgendo lo sguardo al cielo
"..non so che mi succede, vedo cose strane, sento la gente fare discorsi insensati.."
"devo andare amico" disse lui sorridendomi
"hey, e mi molli così!?" urlai
Sparì, in una dannatissima nuvola di fumo. Ero stranito, anche se stava diventando la normalità ormai, cosi ripresi a camminare. Ammiravo il paesaggio, l'aria autunnale aveva ricoperto la città di foglie secche, tutto sembrava perfettamente normale, all'apparenza, forse ero io quello malato, o forse no. Decisi di fare un pò di spesa, visto che il mio frigo era più deserto del deserto del Gobi, così andai dal droghiere. Mentre giravo tra gli scaffali, e stavo scegliendo quale marca di birra prendere, sentii ancora delle voci "scegli meeeee, io sono più buona! quella non è veramente scozzese!"
"ma cos.." dissi io guardandomi attorno, ma no. era proprio la birra a parlare
"no no, non dargli retta, io sono scozzese, e ho anche una maggiore gradazione alcolica"
"ehi ehi, calmatevi!"
"dai amico, non puoi bere quella robaccia! vuoi rovinarti il fegato?"
"sentite, il mio fegato è già abbastanza rovinato.." "come il mio cervello..."
"prendi meeeeee", "no meeee, ti prego. non lasciarmi su questo scaffale, il propietario ci usa come bersagli per allenarsi con la sua pistola!"
"ok! cazzo! prendo entrambe!" urlai, e il padrone del negozio si girò guardandomi, e scuotendo la testa. Avrà pensato fossi pazzo.
"quant'è?" chiesi, una volta arrivato alla cassa
"sono duemilasettecentodiciannovedollari, e sette cents"
"ma ti sei bevuto il cervello!?" urlai
"è il costo della vita che è aumentato, bello."
"no sei un fottuto ladro, è diverso"
"senti coso, paga, o vattene."
"ma anche no! cazzo!"
poi d'un tratto "allora, sono 18 dollari" disse
Mi ero immaginato tutto? boh. Pagai e uscii dal negozio con una stranissima sensazione addosso "Adam, che ti succede? forse aveva ragione Freud ieri notte, dovrei farmi vedere da uno bravo" pensai fra me e me, mentre imboccavo la strada di casa.

Cheese:


Mr. Briez e Mr. Grovierico erano due giovani formaggi, frequentavano l'ultimo anno all'istituto Superiore per Formaggi, a Philadelfia. Briez era sempre stato molto geloso del successo che Grovierico aveva con le formaggine, che sbavavano per il suo aspetto bucherelloso, quell'aria sofisticata, che solo uno svizzero DOC poteva avere.
Tuttavia il più sbeffeggiato della classe non era Grovierico, e nemmeno Briez, ma il povero Gorgonzoglio, soprattutto per qualla cosa...dai lo sapete...quei "vermi" che aveva su tutta la superficie; Gorgonzoglio veniva soprannominato vermicello, brufolone, e in generale era lo zimbello della classe. Edam era invece il ribelle del gruppo. Olandese di nascita, Edam era quello che fumava, quello che beveva e mandava a fanculo le maestra, e anche lui aveva un discreto successo.
Un giorno in classe, mentre il professor Pecorinium era fuori, Briez decise di fare uno scherzetto al suo caro amico Grovierico; lo attirò in bagno con una scusa "oi Grovierico! vieni in bagno con me, a spiare le formaggine?"
"waaaa ma certo che si !" rispose entusiasta il povero Grovierico
Mentre percorrevano il corridoio, incrociarono un'altro amico, il prode Galbanino, una matricola, ma già amica di Grovierico, che gli disse "ehi Galba!"
"we Grovy! 'ndo cazzo andate?"
"nei bagni, a spiare le formaggine"
"fico! vi dispiace se mi aggrego?" chiese Galbanino
intervenne secco Briez "si ci dispiace! sparisci lattante!"
"ok! calmino eh" "alla prossima raga.."
"we Briez, che cazzo ti prende?" 
"niente, andiamo Grovy"
continuarono a camminare, e quando si trovarono in prossimità dei bagni Briez esclamò "entra prima tu!"
"che fai il galante con me?" disse sospettoso Grovy
"naaa,solo gentilezza" rispose il perfido Briez, con un sorriso ben poco rassicurante
Infatti quando Grovierico aprì la porta ZAAAAACK un coltello lo tagliò a metà, Briez rise isterico e poi "ahahahah bastardo, t'ho fregato!"
"adesso sei finito, ti mangio" prese le fette di Grovierico, le infilò in un panino, e cominciò a mangiarlo. Ad un certo punto arrivò la bidella, che vide tutta la scena e urlò "aaaaaaah cannibali! cannibaliiiiiii!" e scappò urlando, come per raggiungere la stanza della preside, la signorina Scamorzas.
"signora presto! venga! un'alunno ne sta mangiando un altro...è..è...orribile!" e scoppiò in lacrime
Miss Scamorzas si precipitò nei bagni, e la scena che vide fu così raccapricciante che quasi svenne; Grovierico era sparito quasi del tutto, mangiato da Briez, che dal canto suo era steso per terra, con avanzi di Grovierico sparsi ovunque. Una scena agghiacciante.
Fu chiamata la Polizia, Briez venne portato in carcere...che poi era un enorme cestino per il pic-nic...e Grovierico beh...non ci fu niente da fare, cercarono di salvarlo, ma era rimasto troppo poco di lui.
Una strana nottata:

Non riuscivo a dormire, come al solito la mia insonnia aveva fatto di nuovo capolino, così decisi di mettermi davanti alla tv, nella speranza di crollare per troppa noia. Stavo facendo zapping, quando trovai un canale pieno di donne zozze "woow, magari ci scappa un bel raspone!" dissi, senza farmi sentire dai vicini, una coppia di vecchi rompiballe e ficcanaso. Mentre ero li che mi trastullavo, ingrifato come poche altre volte in vita mia, sento una voce "ehi tu! si si dico a te, porco!"
mi guardai intorno, nascondendo l'attrezzo nei boxer "ma chi cazz.."
"sono qua, segaiolo!"
era la tipa mezza nuda in tv! mio dio, quella paranoia stava ricominciando "ma..come cazzo fai a vedermi?"
"io mi spoglio per andare a letto, e c'è gente che si masturba, guardone! trovati una donna vera!"
"senti, sei in uno show porno-soft, che cavolo vuoi? spogliati, e zitta!"
e lei niente, se ne andò, e lo schermo rimase vuoto...e io lì, basito, e anche leggermente incazzato, iniziai a cambiare canale. Capitai quasi per caso su un talk show politico "bene, magari mi rilasso, il coso si ammoscia, così posso dormire qualche ora" mi dissi. C'era in onda un discorso elettorale del leader della destra Celhodur, e ad un certo punto, mentre parlava di come rispedire i negri al loro paese, iniziò a fissarmi
"guardate, un anarchico!" gridò dalla tv il leader politico dell'estrema destra George Celhodur
"eh, chi? dove?" dissi io leggermente spaesato
"tu, tu fricchettone! parlo con te! idiota con la cresta!"
"che cazzo vuoi, fascista di merda"
"a me? ma come osi! manderò a casa tua la mia squadriglia della morte!"
"buahahahahahahah" gli risi in faccia, tanto era in tv, che male poteva farmi? Però mi sbagliavo, sentii bussare alla porta, così mi alzai, e anche se erano le 3 di notte andai ad aprire "ah ecco l'anarchico! ragazzi prendetelo!", "oh merda!" pensai, così iniziai a correre per casa, salii al piano di sopra e mi nascosi nello sgabuzzino. Ero lì, al buio, che cercavo disperatamente di non farmi sentire, quando d'un tratto vidi spuntare una canna dalla mia giacca di pelle "e questa? che cazzo è?", la tirai fuori: era un fottutissimo AK-47! "wooo, figo!" esclamai, con un bastardissimo ghigno sul volto, così uscii dallo sgabuzzino
"fatevi avanti bastardi fascisti!" urlai indemoniato
"eccolo! prendetelo"
Feci una carneficina, la dannate pallottole volarono ovunque, schizzi di sangue imbrattarono tutto il piano di sopra, ma stranamente nessuno sembrava aver sentito tutto quel macello...la cosa mi sembrò stranissima. Ero li, seduto in terra, con l'Ak in braccio, e mi stavo fumando una fottuta sigaretta, ehi me la ero meritata, dopotutto, quando vidi arrivarmi incontro uno gnometto calvo e tutto vestito di bianco: era Mastro Lindo! mi fissa "senti amico, io tutto 'sto macello non lo pulisco"
"ehi, guarda che ti hanno creato per questo, quindi non fare lo stronzo!"
"mia moglie, Amuchina, non vuole. dice che devi cavartela da solo, che sei un vagabondo"
"tua moglie non capisce un cazzo, con rispetto parlando" risposi, ridendo in faccia al pelatozzo
andò via bestemmiando, e io sempre più stranito scoppiai a ridere come un deficiente. Scesi in cucina, mi preparai una tazza di latte e cereali, e mangiai; mentre mangiavo sentivo delle vocine "non mangiarci!" "che ti abbiamo fatto di male!"
"ma che diavolo! nemmeno i fottuti cereali in pace posso mangiare?"
"non mangiarci!"
"ehi, io ho fame! mica campo d'aria"
"ti prego!"
"ma siete così dannatamente buoni e nutrienti"
"ho una famiglia", "devo ancora pagare il mutuo", "non ho ancora mai scopato!" insomma mi stavano implorando, così presi la tazza e la scagliai contro il muro "ma fottetevi!" dissi in preda alla rabbia più nera. Andai in camera mia, mi buttai a corpo morto sul letto, ero sfinito mentalmente, ero stato bene per alcuni giorni, ma adesso avevo di nuovo quelle dannate allucinazioni. Finalmente mi addormentai.
Sognai di essere in una valle incantata, con all'orizzonte un dannatissimo arcobaleno, alberi colorati, erba violetta, gnomi e dei graziosi Miny Pony, si come quelli della tv; uno di loro mi fissa, poi mi viene incontro, sembrava così carino e coccoloso che decisi di accarezzarlo
"ma che bel cavalluccio che sei!" dissi io, con gli occhioni pieni di gioia
"ehi, ma non è che niente niente sei gay?" domandò
"ma che cazz... no, non sono gay!" risposi seccato 
"ammettilo, fai coming out, accetta il tuo destino...cioè prenderlo in culo! buahahaha"
"vuoi le botte? no, perché basta dirlo eh"
a questo punto il maledetto Pony si solleva su due zampe, tira fuori un dannato M-16, e mi spara, mi crivella di colpi! ma non muoio, pensai "strano, dovrei grondare sangue", poi lui se ne andò, senza dire niente. Mi svegliai di colpo, tutto sudato "non posso andare avanti così, devo essere impazzito di colpo. non c'è altra spiegazione" mi dissi
sentii una voce "esatto sei pazzo, pazzo da legare, matto come un cavallo, pazzooooooo"
"e adesso chi è! porca troia" urlai
"sono Sigmund, chi altro deve essere" era Freud, e se ne stava lì, ai piedi del mio letto
"oddio...non vorrai mica psicanalizzarmi, sono le quattro e mezza del mattino.."
"anche se sarebbe bello farlo, no. volevo solo chiederti la strada per Vienna, mi sono perduto."
"perché Vienna?"
"un convegno, ragazzo mio"
"ah.." "beh comunque non so come si arriva a Vienna, da qua...mi spiace Sigmund. comprati un Tom Tom, che cazzo ne so.."
"un che?"
"lascia stare..."
"bene, ti saluto, ragazzo mio. ah un consiglio, vai da uno bravo."
"grazie! e quando te ne vai chiudi quella cazzo di porta! mi si gelano le chiappe.."
"che cazzo di nottata!" pensai, e proprio mentre pensavo questo caddi di nuovo, stavolta non feci nessun sogno strano però, dormii bene, stranamente bene.



martedì 21 ottobre 2014


"sire! sire!"
"che succede? per diana!" esclamò Pinzimon, vedendo il suo fido consigliere, Melanzonio, tutto agitato
"hanno rapito Lady Radicchio!. Cotica il Maligno la tiene intrappolata nella Torre Salamella!"
"per tutti i campi coltivati! è una notizia tremenda!" esclamò Re Pinzimon III
 e aggiunse "chiama a raccolta la legione degli oscuri pomodori assassini!"
"sarà fatto, sire"
Pinzimon era angosciato, doveva salvare la sua bella e rinfrescante Lady Radicchio, l'unico amore della sua vita "aaarrrgghhh, non ti lascerò in mano a quel ciccioso di Cotica!" esclamò brandendo al cielo la sua Carota di Escazzabar, la carota più temuta del mondo.
Salì a cavallo del suo fido cesto di lattuga, e partì, accompagnato dai pomodori assassini, alla volta del Regno Malavitoso della Carne e del Sugo, il regno di Cotica il Maligno.
Arrivarono in prossimità del regno di Cotica, e furono accolti da un'insostenibile odore di Ragù, Pinzimon ordinò al proprio esercito di essere forti, coraggiosi, e di resistere a quel tanfo insopportabile "avanti, miei prodi!", 
"sire, non si può dire Prodi, siamo in campagna elettorale"  osservò Melanzonio
"che cazzo stai dicendo, Melanzonio! piantala, o ti farò degradare!" minacciò Pinzimon
Avanzarono silenziosi, schivando le trappole astutamente messe da Cotica, come ad esempio il polpettone assassino, il feroce cane da guardia di Cotica; Pinzimon però era coraggioso e con un colpo della sua magica Carota di Escazzabar il polpettone venne annientato. 
"oooh, mio amato! sono quassù! salvami, e avrai il mio amore eterno"
"non temete Lady Radicchio, non lascerò che quello schifoso avanzo di cucina vi faccia del male!"
Cotica era fuorioso, Pinzimon aveva ucciso il suo fido polpettone "la pagherai, Pinzimon!"
"Salsicciosi, all'arrembaggiooooo!"
Un'orda di schifose salsicce piene di sugo si riversò sull'esercito pomodoroso di Pinzimon, fu una battaglia cruenta, all'ultimo schizzo di sugo. Pinzimon si trovò faccia a faccia con Cotica "e così siamo giunti alla resa dei conti!" disse sprezzante Cotica
"farò di te carne da macello, bastardo sugoso e maligno."
"muahahaha Pinzimon, è ammirevole il tuo ottimismo, sai?"
Cotica tirò fuori la sua arma, il prezioso Wurstel del Comando "e adesso a noi, marrano!". Mentre fuori infuriava la battaglia, che vedeva in vantaggio i pomodorosi, guidati dal coraggioso Generale Pachino, Cotica e Pinzimon se le stavano dando di santa ragione, all'interno della famigerata Torre Salamella. Cotica stava avendo la meglio, Pinzimon era nei guai e Cotica lo mise all'angolo "muahahaha è giunta la fine per te, Pinzimon! ho vinto, e sposerò la bella Lady Radicchio!"
"giammai! non è ancora detta l'ultima parola"
con uno scatto felino Pinzimon si liberò dalla morsa di Cotica, recuperò la Carota di Escazzabar e la conficcò nella carne ruvida di Cotica; Cotica cadde, in un lago di sugo "bastar..d." e morì. Il regno del terrore carnoso era finito, adesso Pinzimon poteva salvare la sua bella, e tornare a casa.
"mio eroe!" esclamò radiosa la bella Lady Radicchio
"vieni mia amata, torniamo nel regno degli ortaggi killer" le tese la mano, lei la afferò saldamente e insieme cavalcarono verso casa, mentre le truppe Pomodorose infliggevano gli ultimi mortali colpi alle legioni di Cotica.

e vissero tutti felici e sani.

lunedì 20 ottobre 2014

Una Strana Giornata:

Camminavo tranquillo lungo un bel viale, quando all'improvviso mi si para davanti un tizio, era vestito da Cappellaio Matto, sapete quello di Alice nel Paese delle meraviglie "salve, non so dove sto andando, ma gradirei sapere che ore sono" disse 
"si..sono le undici e mezza del mattino" risposi
"non capisco, il bianconiglio a quest'ora sarà già sul vassoio con le patate..hmm.."
"eh?"
"credo che Alice s'incazzerà di brutto, amico, quella è pazza"
"serio?"
"buahahahah"
"ma cos.."
mi squadrò dall'alto in basso "hey, ti andrebbe di prendere un thè con mhè?"
"ehm..veramente avrei da fare, "
"e cosa? di grazia"
"qualunque cosa, tranne prendere un thè con thè!"
"maleducato"
"idiota, ma da quale cazzo di manicomio sei uscito, eh?"
poi si aprì la giacca, e tirò fuori un ascia enorme, rugginosa e piena di sangue raffermo
"oh ehi ehi, scherzavo" dissi arretrando
"buahahah scherzavoooo, l'ascia è finta! tontolone!"
"ah si? beh la mia no!" dissi io estraendo dal mio chiodo un'ascia, verissima stavolta. Sollevo l'ascia al cielo e poi ZAAAACK! lo taglio di netto, dalla testa ai piedi "ahahahah adesso non fai più lo spiritoso, eh?". dall'interno del'idiota, o Cappellaio, o quello che era...non uscirono budella e sangue, come mi sarei aspettato, ma ci fu una spettacolare esplosione di coriandoli, come fossimo allo stramaledetto carnevale, e poi si sollevò una piccola navicella spaziale, al cui interno c'era un tenero marziano: era grigio, con dei grandi occhioni neri, mi guardò "deficiente! adesso per colpa tua mi tocca tornare su Venere! e speriamo solo che la via lattea si poco trafficata, è peggio della Salerno-Reggio Calabria a volte" disse
"conosci la Salerno-Reggio Calabria??" domandai incredulo
"oh si, e chi non la conosce?"
"eh già...chi.."
"bene, mio caro piccolo essere umano stupido e violento, ti saluto"
"sisi ok, ciao...basta che te ne vai"
"tsè!"
La navicella partì, e io ripresi a camminare come nulla fosse. Camminando mi trovai di fronte ad un bar, e siccome avevo fame decisi di entrare e prendermi un panino imbottito "buongiorno!" dissi tutto entusiasta "buonsalve ragassuolo!"
"ragache?? vabeh...vorrei un panino imbottito"
"ma certo, abbiamo degli splendidi panini imbottiti con bambini. abbiamo bimbi in fasce, o bambini di scuola. cosa preferisci?"
"ehm...ma...veramente.."
"eddai, non conosci quella canzone?"
"quale?"
"la felicitààà, è mangiare un panino  con dentro un bambino, la felicitààààà" cantò lui a squarciagola
"senti, per me tu sei pazzo"
"dai, la cantavano Al Banco e Romana PoweRangers"
"chi?"
"ma da dove vieni tu, eh?"
"senti lascia stare, cambio bar.."
Uscii dal bar piuttosto frastornato, certo ero ancora nella mia città, e tutto sembrava sensato e normale, tranne la gente. Mi fermai al parco, mi sedetti su una panchina piena di scritte pornografiche e annunci che promettevano grandi scopate e pompini gratis, quando mi venne vicino un cane, un simpatico Rottweiler nero; iniziò ad annusarmi poi si sedette di fronte a me, mi guardò "ma tu, lo sai dove stai andando? lo sai perché siamo vivi? lo sai, eh??"
"cos'è, un fottuto quiz?" risposi
e aggiunsi "poi cristodiddio, sei un cane! non dovresti parlare"
"e chi lo dice? tu? ahahah, sei forte"
"grazie..."
"senti amico, siccome mi stai simpatico ti farò un regalo: puoi raccogliere gli stronzi che cago"
"anche no!"
"ma non hai proprio voglia di fare un cazzo" disse ciondolando la testa
"si sono scoglionato, e allora? problemi?"
"ehh ma che caratteraccio! camomillati, amico"
"camomillati...bah..senti coso.."
"mi chiamo Maximilian III di Boemia" disse con tono fiero
"ok, senti Max.." mi interruppe "no no, Maximilian III di Boemia!"
"e ho capito! però Max è più corto"
"sfaticato!" disse alzandosi, poi si avvicinò alla panchina, alzò la gambetta, e fece un'orrido laghetto di piscio
"bleah, meglio che me ne vada da qua.." dissi io disgustato dalla puzza
Tornai a casa, perché di tutta quella follia ne avevo piene le palle; arrivai, aprii la porta e trovai ad accogliermi la mia Playstation 3, incazzata come una iena "ehi tu! dove cazzo eri, eh?"
"in giro"
"we idiota! sono 4 giorni che non mi accendi! dico, ti pare normale??"
"e non c'ho voglia! non rompere le palle pure te!"
"guarda che io sto prendendo la muffa!"
"esagerata!"
Non bastasse la mia permalosissima ps3, ci si mise pure il mio dannato libro di Bukowski, il buon Charles uscì fuori dal libro "stronzo! sono due mesi che sono sul tuo fottutissimo comodino! per la noia mi sono scolato tutti i bar di Los Angeles! vuoi leggermi o devo pregarti?"
"oh ehi, ma che cazzo avete tutti, eh?" 
"senti coso, mi hai comprato, avevi cominciato bene, mi leggevi e adesso..."
"senti Charles, ti leggerò. promessa di boy scout"
"guarda che mi sto alleando con Timothy White, anche lui è stufo di non essere letto"
"ah si, e perché non me lo viene a dire lui, eh?"
"è un codardo"
Lasciai la ps3 incazzata, e un Bukowski alterato e sbronzo, e andai a farmi una doccia, cazzo se ne avevo bisogno. Sotto la doccia per un attimo tutto mi pareva tornato alla normalità, però non potevo fare a meno di chiedermi "e se fossi davvero uno sfaticato? forse la ps3, il cane, Bukowski, hanno ragione...", mi asciugai e mi misi il pigiama, ormai era sera e io ero stanco e stranito. Mi misi steso sul letto, con solo la luce del comodino accesa e pensai...pensai...e alla fine caddi preda di Morfeo. Il simpatico Morphy mi apparve davanti, in vestaglia, con un cappellino e con una lanterna "Amico mio, adesso ci sono qua io. dormi.", mi mise una mano sulla spalla, e io mi addormentai beato. 
L'indomani era tutto tornato normale, la ps non parlava, il libro faceva il libro, senza rompere le palle, e i cani non parlavano, si limitavano a ringhiarmi....come sempre insomma. 

cos'era successo? bho...


Tutto sommato sembrava una giornata normalissima, magari leggermente noiosa, come sempre, ma normale, cazzo! Insomma ero in giro con la mia bici, il sole splendeva alto in cielo, faceva caldo e io ero addirittura di buon umore, tanto che mia madre vedendomi sorridere mi chiese se non mi fossi drogato. 
Beh insomma stavo in giro, e mi stavo dirigendo verso quel delizioso laghetto che orna la nostra noiosissima città, quando il cielo inizia a diventare grigio, sempre più grigio. Pensavo fosse la solita perturbazione, infatti iniziò a cadere qualche goccia, goccia che poi si trasformò in acquazzone, poi in temporale, e infine e vera e propria bufera, tanto che le strade iniziarono ad allagarsi.
Decisi di tornamene a casa, anche se ormai ero già zuppo, ma mentre mi dirigevo verso casa all'orizzonte notai un'enorme tromba d'aria, seguita a breve distanza da una tromba d'acqua. Iniziai ad avere seriamente paura, ed ero anche preoccupato per mia mamma, che era a casa da sola, così decisi di sbrigarmi. Mentre tornavo non potevo non notare la devastazione di quella bufera; gente che affogava, cadaveri che galleggiavano, alberi usati come zattere d'emergenza, e io in tutto questo ero ancora preoccupatissimo per mia madre. 
Decido di liberarmi della zavorra della bici e di tornare a nuoto, nuotando mi trovo davanti un gommone con dentro due cadaveri; butto i cadaveri in strada, che ormai era più un fiume in piena, e prendo il gommone, col quale arrivo a casa.
"Jesse! sono qua!" urla lei 
"mamma! sali sul gommone!" le urlo, mentre lei presa dal panico se ne stava in piedi sul tavolo della cucina
"ho paura!"
"dai sali! porcaccia eva! dobbiamo andarcene!"
Alla fine la convinco, lei sale sul gommone, e io cercavo di remare più velocemente che potevo, anche se iniziavo a sentire le braccia doloranti. Ad un certo punto davanti a me si fa tutto nero, niente più pioggia, niente di niente, solo nero. Continuo a remare anche se non so esattamente dove sto andando, e ad un certo punto mi ritrovo in bici, su uno stranissimo lungomare costellato da baracche di legno di ogni tipo. Mi guardo intorno, quello che vedo sono uomini e donne in costume, surfisti, venditori ambulanti, proprio come un dannato lungomare che si rispetti. Inizio a pedalare facendomi strada fra la folla, beccandomi anche due o tre insulti, allorché rischio di mettere sotto una ragazza in bikini. Continuo a pedalare fino a che mi trovo di fronte un palazzo, altissimo, che sembrava non finire mai. Era un edificio in ferro, senza muri, ma con solo una serie di scale di tutti i tipi, scale che servivano per raggiungere la mega piattaforma posta in cima al palazzo. Ad un certo punto davanti a me si materializzano due vigili, sembravano donne ma ad una visione più attenta noto che sono trans, in divisa da poliziotte cilene  "non puoi sostare qua, cocco. devi andartene o saremo costrette ad arrestarti, e a farti molto male"
"eh? ma che c'è su quella piattaforma?"
"non sono cazzi tuoi, bello. alza i tacchi!"
"ho pedalato fin qua, mi merito di saperlo"
"vuoi che ti ficchi il manganello su per il culo??" disse la vigilessa dai capelli rossi
"no no, vado"
Così torno indietro, sempre slalomeggiando tra turisti, surfisti e belle fighe in bikini. 

Stop.



domenica 19 ottobre 2014

Consegna speciale:


..E me ne stavo lì, seduto dietro al bancone della mia gelateria a girarmi i pollici in attesa di un cliente, uno qualunque. All'improvviso, mentre stavo per addormentarmi per la troppa noia, suona il telefono; mi alzo, mi pulisco la bava alla bocca, e vado a rispondere "gelateria lambretta, posso aiutarla?"
"si buon'uomo. mi chiamo S., e avrei bisogno di una consegna speciale"
"oh, splendido. mi dica"
"mille gelati al cioccolato e cocco, e altri mille al gusto puffo"
"hmm...cioccolato, e puffo. ok, no problema. e dove devo consegnarli?"
"nel posto più infernale che conosce"
"ehm...temo di non aver capito"
"quale posto le ricorda l'inferno in terra?"
"ehm...non saprei..un qualsiasi ufficio pubblico..credo.."
"esatto."
"ahm....ok..e a che ora vuole che sia effettuata la consegna?"
"mezzanotte. in punto."
"va..bene..credo."
Riattaccò bruscamente senza nemmeno salutare "che maleducazione!" pensai. Mi misi al lavoro per preparare quei duemila gelati, cavolo una consegna così grande non l'avevo avuta mai, ma ero contento, forse gli affari stavano iniziando a decollare. Finii giusto un ora prima, caricai tutti i gelati nel mio furgone, e poi aspettai la mezzanotte. Salii sul furgone, misi in moto "eddai su bello, non mi lascerai a piedi proprio adesso?", non partiva. D'altronde era un furgone vecchio e malandato, lo avevo ereditato da mio padre, e non se la passava più tanto bene, ma ehi ero troppo al verde per permettermene uno nuovo. Alla fine, con un po' di buona volontà, riuscii in qualche modo ad accenderlo, e mi diressi alla volta del primo ufficio comunale che mi venne in mente: il municipio. 
In giro non c'era anima viva, nonostante fossero solo le undici e tre quarti di una calda sera di Giugno, e tutto questo già mi sembrava molto strano. Arrivai davanti al municipio giusto cinque minuti prima della mezzanotte, scaricai i gelati, li misi sul carrello ed entrai. Non c'era nessuno, ovviamente, ma davanti all'ascensore trovai un bigliettino "per il gelataio: prendi l'ascensore, e premi per andare nel sotterraneo" c'era scritto, e così feci; entrai col carrello nel grande ascensore e scesi nello scantinato. Man mano che l'ascensore scendeva iniziavo a sentire una certa puzza, sembrava zolfo, e più scendevo più l'odore si faceva penetrante. Le porte dell'ascensore si aprirono e... ero all'inferno! lo giuro! non credevo ai miei occhi, com'era possibile? mi venne incontro un tizio con delle corna sulla testa "lei è il gelataio?" mi domandò
"ah..sisi, sono io.." risposi un po titubante
"bene, l'aspettavamo. mi segua"
Oltre alle corna aveva pure una coda biforcuta, e anche se un po' intimorito dal luogo iniziai a seguirlo spingendo il carrello. Faceva un caldo boia, stavo sudando come non avevo mai sudato in tutta la mia cazzo di vita "hey amico, qua fa un caldo assurdo, non trovi?", "non mi pare" rispose lui "se lo dici tu amico". Arrivammo davanti ad una porta "Satan" c'era scritto "ecco chi cazzo era S.!" pensai, fui preso un attimo dal panico, ma cercai di stare calmo. Il tizio bussò, disse che era arrivato il gelataio e lui uscì; era proprio il diavolo in persona, alto, con le corna, il pizzetto, la coda, tutto rosso e con un enorme forcone in mano
"benvenuto all'inferno" mi disse, con voce profonda
"davvero siamo all'inferno?" chiesi io incredulo
"certo, avevi dubbi?"
"alcuni...ma quel tizio che mi ha accompagnato chi era?"
"il mio ministro degli inferni. fai un po troppe domande, ragazzo"
"ok ok..ehm..comunque...ho qua i duemila gelati che mi aveva chiesto.."
"eccellente."
"posso sapere a cosa le servono?"
"beh..se proprio vuoi saperlo seguimi."
Ci dirigemmo verso un'altra stanza, che sulla porta recava la scritta "reparto punizioni ironiche", Satana aprì la porta e c'era un uomo, con una pancia enorme, che veniva ingozzato di merendine "che gli state facendo?" chiesi
"vedi mio caro amico, lui in vita era un goloso, schifosamente goloso. era il suo peggior peccato."
"e quindi?"
"quindi gli faremo mangiare merendine fino a fargli scoppiare la pancia, e i gelati ci servono per un altro tizio"
"fico!" dissi io, mostrando un entusiasmo un po' malato
"vediamo tutto quello che combinate lassù, prendiamo nota."
"ah..adesso se volesse firmare e pagarmi, io..io credo che andrei."
Satana tirò fuori la sua penna fiammeggiante, firmò e pagò quel che doveva, poi ripresi il carrello e cercai l'uscita. Presi l'ascensore e mentre tornavo ai piani superiori non potevo far a meno di pensare "ma ho sognato, o sono stato davvero all'inferno?". Questo pensiero continuò a turbarmi anche mentre guidavo verso casa, ma un momento! adesso le strade erano trafficate, c'era gente, quando prima non c'era nessuno invece. Mi sembrava tutto molto strano. 



Sono Catapultato in un futuro che non mi appartiene, inizio a vagare senza meta. Disturbi visivi, stanchezza mentale, spossatezza; dai grattacieli maxi-schermi irradiano immagini di morte e violenza. Cielo plumbeo, freddo, non so bene dove sto andando, le mie gambe vanno in automatico. Mi sento perso, spaesato. la mia mente fluttua, come se fosse nello spazio; sento la mia anima separata dal mio corpo, posso vederlo, percepisco ogni minimo dettaglio.  Movimenti lenti, faticosi, come fossi al rallentatore. Entro in un palazzo ultra-moderno e dalle grandi vetrate nere, non si vede niente attraverso. Prendo un ascensore, c'è un solo bottone, lo spingo. Nell'ascensore una donna, bella, sexy, dai lunghi capelli biondi, così lunghi che le arrivano alle caviglie. Grandi occhi azzurri, mi sorride, io sorrido; senza indugi la bacio, facciamo l'amore, lì nell'ascensore, poi lei se ne va, dicendomi "non c'è più speranza, tutto è nero.", non capisco, la guardo, lei mi guarda, se ne va. La rivedrò? non lo so.
L'ascensore inizia ad andare in obliquo, poi giù, poi su, infine giù, in picchiata. Mi sento male, mi gira la testa, sento salirmi una sensazione come di claustrofobia, ho bisogno di aria.  Mi guardo intorno alla ricerca di un interruttore, per stoppare quell'assurdità, ma non c'è. Prego, anche se non sono cattolico. Sotto di me si apre una botola, cado. Un vecchio con la barba bianca e una tunica rossa mi accoglie "benvenuto giovane"
"dove sono?" domando
"non ti è dato saperlo. solo rimarrai, in questo luogo. non c'è più speranza, tutto è nero." risponde 
Ancora quella frase. Inizio a vagare, è tutto buio, avanzo a tentoni, le mie mani toccano il vuoto e la solitudine, come se stessi toccando la mia stessa anima. Solo il tatto mi rimane, le mie mani mi fanno da guida, sento una voce "vieni"
"vieni con me
"non vedo niente, chi sei?"
"vieni"
"dove? non vedo"
"segui la mia voce"
Cammino, inciampo, mi rialzo a fatica. Arranco, sono stanco come non lo sono mai stato in vita mia, come se avessi lavorato per cento anni senza soste; poi sento la voce più vicina, sempre più vicina. Eccola, la sento, finalmente la vedo: è lei, la ragazza bionda "è tutto finito, ora"
"tutto cosa?"
"tutto"
"sei un angelo?"
"shhh"
Mi prende per mano "non temere, andiamo"